

zobida, il cui nome "profuma di burro gustoso e si scioglie sulle labbra come zucchero", e` una vedova un po` avanti negli anni, pressoche` analfabeta, ma grande esperta di faccende d`amore. a lei ricorrono le donne del villaggio come a una saggia consigliera - anche un po` fattucchiera e maga - per ricevere aiuto e suggerimenti. leila e` una ragazza bella e sensuale, inizialmente ingenua e inesperta, che ha gettato su di se` e sulla famiglia il sospetto di una grave colpa. durante la prima notte di nozze non e` riuscita a consumare il matrimonio, facendo fare una pessima figura alla virilita` del marito. la colpa, si dice, e` della madre, che ha fatto sigillare la figlia per preservarne la verginita` e che si e` dimenticata di sciogliere l`incantesimo prima di morire. il romanzo e` il diario del viaggio che zobida e leila intraprendono insieme alla ricerca della donna che dovrebbe annullare l`imbarazzante stregoneria. ben presto pero`, l`esplorazione nello spazio, ricca di incontri e avventure, diventa per leila un viaggio di formazione erotica e sentimentale, un vero percorso di apprendimento che la portera` alla scoperta del proprio corpo, in ogni sua parte, e alla conquista di una liberta` inattesa. uscendo dai confini-limite del villaggio, la giovane scopre la bellezza della natura dove il corpo puo` muoversi libero e danzare e dove, sotto la guida esperta di zobida, puo` imparare un piacere intenso e generoso.

la storia inizia nel 1941 e termina negli anni sessanta. al centro c`e` la guerra e il suo stravolgimento epocale. il suo impatto su una famiglia felice, fino a quando un solco nero non dividera` il "prima" dal "dopo". le vicende del romanzo seguono quelle dei personaggi, tutte intrecciate tra loro con un movimento nel tempo che ha piu` a che fare con i ritmi della memoria che con quelli della storia. si passa dai primi mesi di guerra, quando l`atmosfera e` ancora inconsapevolmente euforica, ai giorni piu` bui dell`occupazione tedesca, per risalire alle battaglie in nordafrica, raccontate in modo folgorante grazie anche al ritrovamento di un diario inedito. infine si torna alle speranze del dopoguerra, per chi aveva ancora qualcosa in cui sperare.




un`infanzia americana negli anni settanta: una madre caduta in una profonda crisi per essere stata lasciata dal marito e che si unisce a una sorta di terapeuta selvaggio, ex prete guru e capo carismatico di una covata di figli avuti da un matrimonio fallito; tre figlie trascinate su un furgone per le strade americane fra drammi domestici e fumate di marijuana. martha mcphee rievoca gli anni della generazione ribelle scrutandoli e vivisezionandoli attraverso gli occhi della dodicenne kate e mettendone a nudo eccessi e pericoli.


jonathan safran foer ci propone una riflessione sul cibo partendo dal ricordo personale di sua nonna, dalla forza che durante la guerra la spinse a rifiutare della carne di maiale che l`avrebbe tenuta in vita, perche` non era cibo kosher, e . il cibo per lei non era solo cibo, ma . una volta diventato padre, foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perche` nutrire un figlio e` ancora piu` importante che nutrire se stessi. cosi` nasce questo libro, frutto di un`indagine durata quasi tre anni, che e` insieme racconto, inchiesta e testimonianza e che invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali - e soprattutto nella nostra sensibilita` verso chi e` e - il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza battere ciglio le condizioni imposte dall`allevamento industriale e chi le mette in discussione.