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"questo libro rischia di provocare un secondo olocausto" scrisse all?uscita di portnoy uno studioso generalmente posato come gershom scholem. la profezia fortunatamente non era fatta per avverarsi, ma e difficile negare che da allora il monologo di alexander portnoy abbia investito, e travolto, tutto quanto ha incontrato sul suo cammino. a cominciare dalle abitudini dei lettori, e dalla loro percezione di cosa possa, e soprattutto non possa, raccontare un libro. poi, gran parte delle idee ricevute sui cosiddetti rapporti fra maschi e femmine, su noialtri quaggiu e le varie forme che diamo all?entita lassu. la vertigine comincia subito, quando chi legge pensa di affrontare il resoconto senza censure di una seduta analitica - cosa che, molto piu di quanto si pensi, e vera - e si ritrova in mano un tipo diverso, e almeno altrettanto scabroso, di materiale: quello della standup piu divertente e irrefrenabile mai messa sulla pagina; da cui si esce barcollando, e senza essere certi di volerne veramente uscire. dopo molti anni, e infinite repliche, lo spettacolo aveva pero bisogno di un nuovo allestimento, che qui presentiamo invitandovi alla prima. prima di assumere la sua forma attuale, il materiale di portnoy e stato varie altre cose - fra cui un commento parlato alle diapositive di zone erogene illustri, che kenneth tynan avrebbe voluto inserire nel suo celeberrimo e allora sacrilego musical oh, calcutta! solo dopo lunghi ripensamenti il monologo ha finito per diventare, nel 1969, il quarto libro di philip roth (1933- 2018). quello della sua consacrazione (o sconsacrazione): e anche quello da cui, inevitabilmente, adelphi comincia la pubblicazione di tutte le sue opere.

da raccolta poetica a scrittura usata per l`educazione della classe dirigente, fino a diventare libro ufficiale del confucianesimo, "shijing" e` una summa della poesia arcaica cinese, colta e rituale; al suo interno trovano posto 305 poesie scritte in un arco temporale che va dal 1000 al 600 a.c. riunite in un`unica antologia attorno al i secolo a.c. dalla scuola confuciana. trattato in versi di etica e politica, "shijing" e` stato tramandato nei secoli su listarelle di bambu`, pezze di seta, lastre di pietra, vasi di bronzo e carta ed e` un`opera che a lungo ha animato la vita culturale e intellettuale cinese, coniugando al suo interno temi amorosi, sessuali, nuziali, di impegno civile, di satira della societa` e di esortazione alla virtu`. in europa divenne noto a partire dal xviii secolo. il curatore e traduttore giorgio casacchia ha restituito un lavoro in cui oltre al testo in lingua originale, la sua traslitterazione in pinyin e la traduzione in italiano, trovano ampio spazio i commenti basati sugli studi dei maggiori esegeti di quest`opera. l`approccio scelto, analizzando le poesie verso per verso e parola per parola, da` conto della ricchezza e varieta` del libro, dei sui molteplici livelli di lettura (letterale, documentario, inquisitorio, edificante, filologico, storico e lirico, per citarne alcuni) e delle peripezie e stratificazioni di interpretazioni susseguitesi nei secoli, affiancando e intercalando alla "raccolta delle note con i significati secondo le tre versioni" di wang xianqian (1842-1917) numerosi commenti e note da altre fonti, moderne e non cinesi. in ragione del vasto e particolareggiato materiale presentato, quest`edizione del "libro della poesia" oltre a rivolgersi ai conoscitori della letteratura e della storia antica cinese, si rivolge anche a tutti i lettori curiosi della cultura cinese, e piu` in generale di linguistica, antropologia, letteratura e estetica.

“The Outlands”, presenta una serie di oltre 100 fotografie scattate da Eggleston tra il 1969 e il 1974 e definisce i temi visivi e il lessico innovativi che l’artista avrebbe continuato a sviluppare nei decenni a venire. L’opera offre un viaggio attraverso il mitico e in continua evoluzione Sud degli Stati Uniti, visto attraverso l’obiettivo dell’artista: colori vibranti e un profondo senso di nostalgia riecheggiano in tutta l’opera mozzafiato di Eggleston. I suoi motivi di segnaletica, automobili e scene di strada creano un’iconografia di panorami americani che ha ispirato una generazione di fotografi. Con la sua approfondita selezione di immagini indimenticabili – una station wagon con pannelli in legno, le portiere spalancate, parcheggiata in un ampio ambiente rurale; la nonna dell’artista nell’atmosfera malinconica della casa di famiglia a Sumner, Mississippi – The Outlands è emblematica della pratica dinamica e sperimentale di Eggleston. L’ampiezza del suo lavoro rivitalizza i suoi paesaggi iconici e delinea una nuova prospettiva sul Sud degli Stati Uniti in transizione.

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