scritti tra il 1910 e il 1917, i sei racconti raccolti in "pianto di sirena" sono tra i piu` significativi della produzione giovanile di tanizaki. filo conduttore essenziale dei racconti, nei quali affiora insistente una tensione tra il fascino esercitato dalla cultura europea e il permanere dei valori estetici coltivati dalla tradizione giapponese, e` la ricerca di una bellezza il cui godimento non puo` prescindere dal ricorso alla perversione e alla crudelta`. per attingere a questa bellezza difficile e raffinata un artista, dopo aver sadicamente tatuato la schiena di una donna seducente, si fa succube della crudelta` della sua ex vittima; o ancora, un travestito, che anela a carpire il segreto della differenza sessuale, deve stabilire con una donna un legame che e` al contempo erotico e concorrenziale. sono temi che poi tanizaki riprendera` in romanzi come "l`amore di uno sciocco","la chiave" e "diario di un vecchio pazzo", ma che qui acquisiscono un tono particolare nel quale riconosciamo echi del grande decadentismo occidentale. adriana boscaro, nella postfazione, precisa: "come sempre arte e bellezza sono al di sopra della vita: tanizaki tesse il suo mondo irreale di perfezione dove non c`e` posto per la realta` e la morale, un mondo dove estetismo (wilde) e soprannaturale (poe) si fondono con l`innato senso del bello e del mistero della sua matrice culturale, un mondo quindi che rifugge dal quotidiano". |