
Sono passati quasi 6 anni dall'uscita del disco precedente della Band of Horses. Non che sia cambiato molto nel gruppo, originario di Seattle: la band, guidata sempre da Ben Bridwell, ha un nuovo chitarrista, Ian Mac Dougall, ma il suono rimane sempre lo stesso.Un rock abbastanza classico, con forti influenze inglesi ( Cure, ma anche David Bowie ), in un disco decisamente piacevole dove l'uso armonico delle voci e le chitarre, ben modulate, rimagono alla base del suono. La terza migliore band delle Carolinas. Vinile stampa Usa, 180 grammi

Sono passati quasi 6 anni dall'uscita del disco precedente della Band of Horses. Non che sia cambiato molto nel gruppo, originario di Seattle: la band, guidata sempre da Ben Bridwell, ha un nuovo chitarrista, Ian Mac Dougall, ma il suono rimane sempre lo stesso.Un rock abbastanza classico, con forti influenze inglesi ( Cure, ma anche David Bowie ), in un disco decisamente piacevole dove l'uso armonico delle voci e le chitarre, ben modulate, rimagono alla base del suono.

Inutile dire che c'era molta attesa per il nuovo disco della band di Ben Bridwell, sia per il fatto che alla produzione c'è uno come Rick Rubin, assieme a Jason Lytle ( Grandaddys). Ma anche perchè la scrittura dello stesso Bridwell non è mai stata così coesa e brillante. Infatti questo disco, che ormai dà un definizione più classica al suono della band, si può affiancare alle cose migliori del gruppo, cioè il recente Mirage Rock Rock ed anche Infinite Arms. Un disco atteso in quanto è il lavoro più ispirato e personale dei Band of Horses


Terzo album per la promettente band e debutto su major. Ora con cinque elementi nella formazione ( Ben Bridwell, Creighton Barrett, Ryan Monroe, Tyler Ramsey e Bill Reynolds) Band of Horses ampliano un discorso fatto di ballate intense e brani rock diretti. Sono originari di Seattle e mantengono quella matrice di indipendenza, tipica dei gruppi del Pacific Northwest.