"nulla e` vero, tutto e` permesso" e` la sconcertante legge di hasan ibn sabbah, capo supremo della setta ismailita degli assassini, una legge che annulla tutte le altre, nel nome della fede cieca e delle armi. alla fine dell`undicesimo secolo, la fortezza di alamut e` la base e il rifugio degli assassini, impegnati nella guerra totale contro la dinastia sunnita dei selgiuchidi, padroni dell`iran. qui vengono portati i giovani halima e tahir e qui avviene la loro formazione: la sapienza erotica per halima, la guerra per tahir, la filosofia e la religione per entrambi. ma sopra ogni cosa l`obbedienza assoluta al signore della setta, l`annullamento della propria volonta` individuale, il sacrificio di se` in vista del premio finale, un paradiso di cui solo hasan, un dio terrestre, detiene le chiavi. il suo controllo sulle anime dei credenti e` totale, perche` hasan ibn sabbah ha un progetto che soltanto alla fine, sotto la minaccia dell`esercito sunnita e della battaglia finale, sara` rivelato. alamut e` un`opera visionaria che cela la propria densita` nelle vesti di romanzo storico. nella sua trama s`intrecciano avventura e filosofia, respiro epico e indagine psicologica, specchio della vastita` degli interessi del suo autore e delle angosce del suo tempo - la fine degli anni trenta - con la chiara coscienza della catastrofe che stava per abbattersi sull`europa. |