nel 1932 un diciannovenne gianfranco contini pubblica sulla "rivista rosminiana" una disamina di strepitosa perspicacia, "emilio cecchi, o della natura", e l`affermato critico, di ventotto anni piu` anziano, non esita a inviare all`ignoto recensore una lettera di ringraziamento, la prima di un carteggio che copre l`arco di oltre un trentennio e attraverso il quale e` possibile ricostruire non solo un esemplare percorso ermeneutico, ma soprattutto un dialogo, acutissimo, sulla natura del lavoro intellettuale. |