
assistiamo oggi a una crisi strisciante, di enormi proporzioni e di portata globale, tanto piu` inosservata quanto piu` dannosa per il futuro della democrazia: la crisi dell`istruzione. sedotti dall`imperativo della crescita economica e dalle logiche contabili a breve termine, molti paesi infliggono pesanti tagli agli studi umanistici ed artistici a favore di abilita` tecniche e conoscenze pratico-scientifiche. e cosi`, mentre il mondo si fa piu` grande e complesso, gli strumenti per capirlo si fanno piu` poveri e rudimentali; mentre l`innovazione chiede intelligenze flessibili, aperte e creative, l`istruzione si ripiega su poche nozioni stereotipate. non si tratta di difendere una presunta superiorita` della cultura classica su quella scientifica, bensi` di mantenere l`accesso a quella conoscenza che nutre la liberta` di pensiero e di parola, l`autonomia del giudizio, la forza dell`immaginazione come altrettante precondizioni per una umanita` matura e responsabile.

questo volume va oltre i confini dell`antichistica, per inserirsi con forza nell`odierno dibattito sull`azione etica e politica. i greci furono consapevoli del fatto che valori e ideali devono venire a patti con la "fortuna", ossia con cio` che non prescinde da noi. e a questa commistione tra ambizione virtuosa e vulnerabilita` alla sorte che guarda nussbaum, rileggendo la tradizione tragica e filosofica. sulla scia di aristotele, l`autrice suggerisce che cio` che rischia di contaminare la purezza della virtu` e della ragione - impulsi inconsci, passioni incontrollabili - e` anche cio` che costituisce la specificita` della sfera umana: l`importante e` limitare i rischi e arginare il potere della fortuna.

la rappresentazione di una tragedia, sosteneva aristotela, induce nello spettatore una miriade di emozioni: paura, pieta`, gratitudine, compassione. identificandoci con i personaggi sulla scena, ne condividiamo i sentimenti e impariamo a discernere il bene dal male, il giusto dall`ingiusto. nussbaum applica al romanzo storico cio` che aristotele diceva del dramma. attraverso la lettura, la condivisione delle emozioni di personaggi complessi alle prese con scelte difficili e, infine, attraverso la conversazione con gli altri lettori, arriviamo a comprendere i concetti di colpa e innocenza in modo piu` vivido e molto piu` vicino alla realta` di quanto non possa fare qualunque trattato di etica. per questo il romanzo e` da considerarsi una forma moralmente seria.