"seguire le peripezie avventurose del pensiero di salomon resnik nello scritto l`arte del dettaglio - come in genere nella sua opera - significa accogliere il suo invito alla commensalita` o al conversare, ad aprirsi ad una "estetica della vita quotidiana" per cui rocce e reperti archeologici, fenomeni atmosferici e tempeste emotive, capolavori artistici e phantasieren psicotico convergono, come potenziali interlocutori, nel tentativo di misurarsi con quello che holderlin chiamava abgrund der menschen, la dimensione abissale dell`umano. rispetto alla ricerca del vero significato di un oggetto o di un prodotto, l`ermeneutica di resnik e` un "sapere del possibile", un`interminabile ricerca del vero da parte di chi sa di non poter mai approdare alla verita`. in tal modo la sua iconologia non ha alcuna presunzione classificatoria: mostra una irresistibile propensione a porre domande, ma ha la saggezza di astenersi dal formulare risposte, muovendosi lungo quell`incerto confine tra sensorialita` e pensiero, tra dicibile e indicibile, tra presenza e assenza che caratterizzano l`aspetto eternamente aurorale della poiesis." (dallo scritto introduttivo di alberto panza) |