
in un freddo e nebbioso venerdi` di ottobre, francesco petrarca si sveglia afflitto da dolori allo stomaco. il cantore di laura e` intento a scrivere una canzone destinata a confluire nel libro delle rime. tuttavia, la composizione si trasforma ben presto nella personale e tormentata via crucis di un uomo ormai invecchiato e logorato dalle perdite della sua vita. la morte del figlio giovanni e del nipotino francesco, portati via dalla peste (come prima la stessa laura), e poi la fuga del giovane copista giovanni malpaghini lo lasciano sempre piu` solo nella casa di padova, con l`unica compagnia della serva francescona. cosi`, a mano a mano che i versi prendono forma, petrarca si rivela una persona inquieta e contraddittoria, che ha perdutola fede fino ad essere incapace di credere alla sopravvivenza dell`anima. con una narrazione malinconica e a tratti impietosa, marco santagata trasforma in romanzo la fantasia di una giornata di petrarca, di cui restituisce un ritratto profondamente umano.

in un`aula dell`universita` di ginevra echeggiano i versi d`amore di petrarca: davanti ai suoi studenti, un italianista legge e commenta, interpreta, e mentre la poesia risuona tra le pareti, nella memoria del professore a poco a poco riaffiora una lontana storia d`amore, che va a intrecciarsi in modo inaspettato e imprevedibile con la sua vita presente. ancora adolescente, nella pianura emiliana in cui e` nato, si era innamorato di una ragazza della borghesia locale, ricca, bellissima, e naturalmente irraggiungibile come le donne delle poesie. era stato un amore forte, intenso, pieno di passione e di ideali, ma anche un amore infelice, senza speranza, un incanto che forse solo i versi del poeta possono risvegliare.

la provincia emiliana, nel dopoguerra: un mondo il cui segno piu` forte e distintivo sembra essere quello di una rissosa e allegra vitalita`. protagonista e` una famiglia a meta` borghese a meta` contadina, che riassume in se` un po` tutti gli umori, i sentimenti, i rancori, le contraddizioni di una societa` provinciale, in anni piuttosto cruciali. c`e` la nonna che e` rimasta monarchica e fascista; una madre attenta alla posizione sociale della famiglia; un padre (soprattutto un padre) che la coerenza politica portera` a fare scelte spregiudicate e generose. e c`e` il figlio che vive tutto questo periodo di tumultuose passioni da bambino, e che tutto guarda, appunto, con gli occhi avidi e incantati dell`infanzia.

i canti di leopardi sono uno dei testi capitali della nostra letteratura. santagata traccia, in questo breve saggio, il complesso diagramma ideologico e formale della prima stagione della poesia leopardiana, quella compresa fra il 1816 e il 1823, che annovera le canzoni e i grandi idilli. l`autore esamina dapprima l`evoluzione ideologico-politica del leopardi poeta, seguendo il tracciato che porta il giovane scrittore da una fase iniziale in cui intende porsi come poeta dell`attualita` politico-civile a un graduale recupero della antichita`; santagata mette poi in rapporto questa evoluzione di contenuto con l`evoluzione formale della poesia leopardiana. la seconda parte presenta una lettura ravvicinata dell`idillio "la sera del di` di festa".