un uomo anziano viene abbandonato in un self-service sugli champs elyse`es, con accanto due borse piene di vestiti. "non lasciare che mi uccidano" sono le prime parole pronunciate dal vecchio dopo giorni di silenzio. di quell`uomo, che sembra non poter o non voler ricordare, emergono faticosamente brandelli di un passato drammatico. il suo nome e` vasilij nesterenko, e non e` un uomo qualunque. e un fisico nucleare che lavorava per l`esercito sovietico, e nel 1986, quando si e` verificato l`incidente alla centrale di cernobyl, ha fatto parte dell`e`quipe di scienziati chiamati all`impresa disperata di estinguere l`incendio del reattore numero 4. nesterenko ha visto e sa. troppo. per questo le autorita` lo hanno minacciato, per questo e` fuggito. eppure il suo primo pensiero e` quello di tornare a pripjat`, la citta` fantasma, a tre chilometri dalla centrale, in cui sopravvivono i suoi ultimi e piu` vividi ricordi. ramingo in quel paesaggio da fine del mondo abitato da saccheggiatori, disertori della guerra in cecenia e cani randagi, nesterenko si e` rifugiato nell`autoscontro di un luna park e ha fraternizzato con i "coloni della vita radioattiva", coloro che a pripjat` sono rimasti perche` hanno superato la paura dell`atomo, o perche` "non li hanno voluti in nessun altro posto". liberamente ispirato alla lotta dello scienziato che cerco` di far conoscere al mondo la verita` su cernobyl. |