una commedia da camera si potrebbe definire "vento in scatola", solo che in questo caso la camera, l`ambiente chiuso in cui tutto si svolge, e` molto grande: un carcere. le celle, i corridoi, , le zone degli assistenti, la stanza del dirigente, i luoghi di punizione (non c`e` in questo carcere la tremenda ): qui i detenuti interagiscono tra di loro e con i sorveglianti, cercano di stabilire gerarchie e simpatie, e di passare il tempo. al centro di questa vicenda corale, che non ha niente di autobiografico pur avvalendosi di esperienze vissute, c`e` un giovane che si forma cittadino: un tunisino, abile broker nel suo paese, in carcere per un reato che non ha commesso ma impunito per una truffa di cui e` colpevole. mentre trascorre normalmente la pena, gli capita una cosa che mette i brividi e lo costringe a una scelta. questo libro nasce dall`incontro, durante un corso di scrittura tenuto nel carcere di pisa, tra marco malvaldi e glay ghammouri, un ex militare tunisino dalla carriera stroncata in patria per motivi politici e oggi detenuto in italia a causa di un grave delitto. mette assieme la sperimentata capacita` di divertire mediante intrighi con la conoscenza interna minuziosa della situazione carceraria di chi ci vive. ma non chiede commozione e pieta`. vuole soltanto mostrare l`interno di un carcere mettendo in scena la quotidianita`, la sua giustizia e la sua ingiustizia (). ed e` un libro rigenerante, di questi tempi in cui muri di odio si sollevano contro chiunque sia un diverso. il suo senso e` che, cosi` come non si puo` tenere il vento in scatola, non si puo` imprigionare l`umanita` che e` in ciascuno di noi. |