i primi ad accorgersi che qualcosa e` cambiato sono i commessi dei negozi: quel giorno stanno clamorosamente mancando gli obiettivi di vendita. poche ore dopo i responsabili di zona mandano resoconti preoccupati ai loro capi. il giorno successivo gli addetti ai magazzini dei maggiori siti di shopping online vedono i loro ritmi frenetici rallentare. nel giro di pochi giorni il colore del cielo cambia con il calare delle emissioni di anidride carbonica. il mondo ha smesso di comprare: non e` l`inizio di un romanzo distopico; e` l`unica cosa che puo` salvare noi e la terra. parliamoci chiaro: e` lo stile di vita basato su un consumo costante la causa principale del collasso ecologico. siamo disposti ad avviare trasformazioni radicali su scala globale per rendere piu` verde e sostenibile il nostro stile di vita, ma non a diminuire i nostri acquisti, quello no, e` l`ultimo tabu`. se smettiamo di comprare, dicono politici ed economisti, sara` una catastrofe, la fine della nostra societa` e di milioni di posti di lavoro. ma e` davvero cosi`? per rispondere a questa domanda, j.b. mackinnon ha attraversato il pianeta parlando con gli ultimi cacciatori-raccoglitori africani, con dirigenti dell`industria della moda e con chi lavora negli stabilimenti tessili in bangladesh, con pubblicitari piu` o meno pentiti e membri di comunita` autosufficienti, con chi produce oggetti usa e getta e chi li cura come prodotti artigianali. ha visitato gli ultimi luoghi degli stati uniti in cui i negozi sono chiusi la domenica; ha attraversato citta` in cui, avendo tagliato l`illuminazione artificiale, si e` tornati ad ammirare le stelle; ha scoperto insospettabili sacche di resistenza al consumo nel cuore del giappone ipertecnologico. ridurre i nostri consumi non e` un processo indolore, ma e` possibile, necessario e non rimandabile se vogliamo interrompere la spirale distruttiva che sta devastando le nostre vite e la terra. "il giorno in cui il mondo smette di comprare" e` la proposta di un f |