la belle epoque e` alle porte e il cinema sta per essere inventato quando, il 29 agosto 1882, carlo menabrea organizza un sontuoso ricevimento per festeggiare l`acquisto di un castello poco lontano da biella. nessuno in citta` ha intenzione di perdersi l`evento, ma pochi sanno che l`origine di tanta fortuna risiede in una scommessa fatta trent`anni prima: il padre di carlo, giuseppe, walser di gressoney, che come i suoi antenati valicava a piedi i ghiacciai per commerciare lana e prodotti di artigianato in svizzera, ha deciso di puntare tutto su una bevanda, la birra. quando nel cielo sopra il castello esplodono i fuochi d`artificio che illuminano il cortile a giorno e si riflettono sul volto di carlo, anche la sua secondogenita eugenia, che tutti chiamano genia, avrebbe qualcosa da domandargli: perche`, qualche settimana prima, ha insistito perche` fosse lei, e non le sue sorelle, ad accompagnarlo in montagna? e perche`, raggiunta la vetta, al cospetto dei giganti del monte rosa, ha tanto voluto che lei, a soli sei anni, assaggiasse la birra? fra amori, gelosie, gloria e cadute - e un destino che, come una valanga, colpisce sempre nello stesso punto -, solo piu` tardi genia intuira` quello che suo padre non aveva osato dirle: quel sorso di birra era un rito iniziatico. e lei la prescelta, l`erede designata per portare avanti la tradizione di famiglia, anche se nessuno vuole fare affari con una donna. per riuscirci genia dovra`, con l`aiuto della madre, diventare un gigante, come suo padre e suo nonno e come le montagne ai piedi delle quali sono cresciuti tutti loro. grazie a un accurato lavoro di ricerca, francesco casolo ha costruito una saga familiare, epica e intima al tempo stesso, in cui le donne si ritagliano il proprio spazio nella storia con determinazione e coraggio. |