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George Orwell (Qta:1)

Copertina non disponibile
Collana: I Solidi
EAN: 9791280362483ISBN: 128036248022.00 € Aggiungi al carrello

sulle questioni poetiche george orwell aveva le idee chiare. prediligeva thomas hardy e rupert brooke; al t.s. eliot dei "quattro quartetti", un vate troppo pomposo, anteponeva quello delle rime giovanili; detestava, con gioviale cinismo, wystan h. auden ("e` un kipling senza fegato") e stephen spender. d`altronde, in uno scritto del 1946, "why i write", orwell confessava di avere esordito come poeta: "scrissi la prima poesia all`eta` di quattro o cinque anni, dettandola a mia madre" era un plagio di william blake. da ragazzo, lo affascinarono le ballate di robin hood e il "paradiso perduto" di milton. tutti i grandi scrittori del novecento, in effetti, pensiamo a james joyce, a william faulkner, a ernest hemingway, sono poeti messi all`angolo, lirici mancati per un attimo. orwell pratico` la poesia con talento anomalo, sporadicamente, per tutta la vita: il suo modello e` un jonathan swift vissuto nell`era atomica. spesso i versi hanno un`arguzia dolente, da aspide ("sono il verme che mai divenne / farfalla, l`eunuco senza harem / [...] non ero nato per un`eta` come questa"). nell`oggi profetizzato da orwell, dove la scrittura esiste per annacquare gli spiriti, per celebrare, magari con provocazioni ad hoc, lo status quo, la poesia e` la sola arma per abbattere il grande fratello.

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