
tutto inizia con un viaggio in lettonia. un aereo, un`attesa, una frase lunghissima che non si interrompe, fatta di immagini e di suoni, di luoghi e di pensieri, di sradicamenti e prese di possesso dell`alieno, questa frase che canta mentre racconta, che vede mentre chiude gli occhi, che ci porta con se e non ci lascia mai soli, mai indietro, mai distratti, che pero ci allevia dal presente e ci invita allo svago del viaggio, dell`incontro inaspettato, in una lettonia che come una sfera riflette sulla sua superficie cromata tutto l`universo.

animali diversi si stagliano nel mondo creato da santangelo, un mondo crudo, violento, il nostro. una selvaggia pantera lotta contro la sottomissione e il fare noncurante degli uomini, una famiglia di tonni cerca vendetta davanti a mani feroci che frantumano, due cani combattono clandestinamente senza volerlo, un ragazzo invece cerca ancora il "domani", insieme a suo nonno e alla sua gallina, con gli occhi pieni di speranza e di meraviglia mentre ammira il razzo volante ancora a terra. si passeggia tra passato e presente, per l`antica roma, nell`arena del colosseo, tra i pescherecci che si affacciano su un mare colmo di sangue, in mezzo a gabbie galleggianti e un cielo pieno di stelle. si cerca il "domani", anche quando il confine tra bene e male sembra essere molto marcato. titoli dei racconti: "la pantera che visse tre volte" "la fossa" "la vendetta dei tonni" "la promessa del ritorno". saggio: "perche` scrivere favole oggi".

attraverso il racconto della tarantella, appassionata e antica danza di festa, corteggiamento e guarigione, gilda policastro opera un`incalzante esplorazione e riflessione sulla propria evoluzione, culturale, sentimentale, sessuale ed esistenziale. la propria e quella della danza, perche` ballo e scrittura qui si intrecciano, si seducono. partendo dalla definizione e dalla storia della taranta, l`autrice racconta se stessa in questo "diario" di scrittrice, tra euforie, mal d`amore e sapori di casa, quelli succosi e caldi del salento, ad un ritmo rapido e sudato come il morso di un ragno.