
ma come si fa a esser riformisti e rivoluzionari? realisti e intransigenti? attraverso le parole di giacomo matteotti, che cosi` sintetizzo` la sua visione del socialismo ("fin dal congresso del 1902, ci proclamammo riformisti perche` rivoluzionari"), questo piccolo libro ha l`ambizione di proporsi al lettore come un pamphlet politico. non si tratta, arbitrariamente o banalmente, di tirare fuori gli scritti e i discorsi di matteotti dal contesto che ha contribuito a generarli. allo stesso tempo, con queste pagine non si vuole solo rendere omaggio - doveroso ma riduttivo - al martire antifascista. per restituire a matteotti la profondita` tipica dei classici, questo libro ne raccoglie l`eredita` intellettuale e politica attraverso alcuni nodi fondamentali: la radicale lotta contro le disuguaglianze; un`interpretazione profonda della societa` attraverso la lente di classe - oggi per lo piu` estranea al dibattito pubblico -; un convinto e argomentato antimilitarismo; una visione illuminata della scuola e piu` in generale dell`istruzione come condizioni per un riscatto sociale altrimenti impossibile; l`importanza di una politica fiscale in cui la garanzia dell`interesse privato non oscuri la centralita` del benessere collettivo. sullo sfondo di questi temi, un`idea di politica come professione, costruita necessariamente sulla competenza. un punto che marca drammaticamente la distanza dal nostro presente e tuttavia ci invita, cento anni dopo la morte di matteotti, a ritornare a una lezione ancora estremamente viva e fertile. questo libro raccoglie la testimonianza del parlamentare socialista matteotti dal 1906 (quando aveva appena ventidue anni) al suo omicidio, a quarant`anni. molto piu` giovane di ogni politico di oggi, eppure di un peso e di una statura neppure confrontabili.