un romanzo struggente che puo` fare per la palestina cio` che il "cacciatore di aquiloni" ha fatto per l`afghanistan. racconta con sensibilita` e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". attraverso la voce di amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia abulheja, viviamo l`abbandono della casa dei suoi antenati di `ain hod, nel 1948, per il campo profughi di jenin. assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. e, in parallelo, si snoda la storia di amal: l`infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternita` e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo piu` grande amore. la storia della palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell`arco di quasi sessant`anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. in primo piano c`e` la tragedia dell`esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. l`autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all`amore. |