furono i roghi, ad accendere i lumi. nello splendore come nella ferocia, il gran secolo, che tanto amo` il paradosso, fu inarrivabilmente paradossale: la meraviglia barocca convisse con il rigorismo formale, l`impulso ascetico con la dissimulazione piu` o meno onesta, il libero pensiero con un dogmatismo occhiuto e vendicativo. solo il seicento avrebbe potuto generare tutte le grandi idee che alimentarono la modernita`, e solo il seicento avrebbe potuto cercare con tanta pertinacia di distruggerle appena nate. senza riuscirci, certo, e anzi stimolandole, quasi in virtu` di quella "reazione uguale e contraria" teorizzata - non a caso proprio in quegli anni - da newton. ci fu chi pago` con la vita, con il carcere, con l`infamia e il bando le proprie tesi; ma le difese. e le affido` ai libri, che a loro volta patirono la confisca, la clandestinita`, il rogo; ma sopravvissero. perche` le idee non bruciano, anche se possono accendere le menti e provocare rivoluzioni. ed e` proprio di quelle idee e di quei libri cosi travagliatamente giunti fino a noi - che forse non li leggiamo nemmeno piu` - che siamo gli eredi. questo nuovo, volume di steven nadler e` appunto la storia di un libro sulfureo e dannato, il "trattato teologico-politico"; del suo autore, pessimo ebreo, mediocre mercante, buon tagliatore di lenti, immenso filosofo; del suo funambolico stampatore, cui certo non difettava l`ingegno. |