"essendo fidanzata con un prigioniero di guerra tedesco ed avendo ad oggi una bambina, faccio appello a codesto comando di voler concedere l`autorizzazione onde poterci unire in matrimonio, sebbene prigioniero." rimasta sola a crescere la figlia nata dall`amore con un soldato tedesco, lola oldrini cosi` scriveva alla commissione alleata di controllo di roma nel luglio del 1946. come lei, nel periodo dell`asse roma-berlino, e poi durante l`occupazione nazista, tra il 1943 e il 1945, molte donne italiane intrattennero relazioni sentimentali con militari tedeschi della wehrmacht. furono fidanzamenti voluti dalle famiglie d`origine, relazioni di lungo periodo sfociate in `matrimoni misti`, oppure relazioni extraconiugali e incontri fugaci ricercati per bisogno d`affetto e protezione nei giorni della solitudine della guerra. cio` che e` stato omesso e` che i bambini nati da questi incontri, considerati `figli del nemico`, furono spesso oggetto di discriminazione, subirono l`abbandono delle madri, passarono l`infanzia chiusi in orfanotrofi, negli istituti di cura religiosi o nei brefotrofi gestiti dalla croce rossa o dall`opera nazionale maternita` e infanzia o vennero dati in adozione. attraverso le lettere private e i diari oggi conservati nell`archivio segreto vaticano e nell`archivio delle nazioni unite, michela ponzani racconta le loro vite dimenticate, insieme a quelle delle loro madri, dei loro padri e di chi se ne prese cura, riportando alla luce storie sconosciute e sorprendenti. |