nel giro di ventiquattro ore un uomo perde il controllo della propria vita: fa un grave errore sul lavoro, gli viene sequestrata la patente, trova l`ufficio sigillato dalla finanza, scopre che il suo socio e` fuggito lasciandolo nei guai, rompe definitivamente con la sua compagna - e nel frattempo sua figlia e` scappata da casa. credendosi braccato, fugge a sua volta, alla cieca, ma lo sfacelo cui si e` di colpo ridotta la sua vita, man mano che egli lo affronta, si rivela sempre piu` chiaramente un approdo, fatale e familiare - secondo una mappa interiore che era stata tenacemente rimossa. quest`uomo e` pietro paladini, l`eroe immobile di "caos calmo", che nove anni dopo ritroviamo nella situazione opposta, roso dall`ansia e senza piu` un posto dove stare, costretto a vagare alla ricerca di quella pace improvvisamente perduta, o meglio - e questa sara` la sua scoperta - mai veramente avuta. la rimozione, la fuga, la famiglia che si disgrega, il confuso declino dell`occidente, lo sforzo tragicomico di restare onesti in un tempo che spinge continuamente verso l`illegalita` - e poi, di colpo, la verita`. alla fine di "caos calmo" paladini rispondeva a un celebre verso di dylan thomas affermando che "la palla che lanciammo giocando nel parco e` tornata giu` da un pezzo. dobbiamo smettere di aspettarla". si sbagliava, la palla era ancora per aria. torna giu` ora, in "terre rare". |