in italia la produttivita` e` bassa, la disoccupazione alta, lenta la fuoruscita dalle recessioni del 2008-2013. eppure ancora oggi molti, non solo governanti ansiosi di consenso a breve, ostentano ottimismo, celano al paese la realta`: il debito pubblico innervosisce i mercati finanziari; le infrastrutture si depauperano; il diritto dell`economia e` superato; le imprese non rispondono all`urgenza di investire, innovare, cogliere le opportunita` della rivoluzione digitale. hanno pesato i limiti della politica economica: l`incompleto risanamento del bilancio; il taglio degli investimenti pubblici; i ritardi nella riscrittura dell`ordinamento; le insufficienti pressioni concorrenziali sulle imprese. sin dalla svalutazione della lira del 1992 le imprese si sono adagiate sui facili profitti prospettati dal cambio debole, dalla moderazione salariale, dai sussidi statali, dalla scandalosa evasione delle imposte. s`impone una rifondazione dell`economia, che ne arresti il regresso. l`euro e` moneta preziosa, irrinunciabile. ha assicurato prezzi stabili e calmierato i tassi d`interesse. e la politica economica europea a essere bloccata dal rigorismo tedesco. ma la crisi affonda le radici oltre l`economia, nello strato piu` profondo della cultura, delle istituzioni, della politica del belpaese. con un`analisi di ampio respiro, pierluigi ciocca ricostruisce la preoccupante condizione economica, mostra la difficolta` della presa di coscienza del malanno italiano. il libro offre tuttavia una ricetta per portare l`italia fuori dalle sabbie mobili in cui da un quarto di secolo si dibatte. indica sette linee d`intervento: dal riequilibrio del bilancio a una nuova strategia per il sud, passando per gli investimenti pubblici, una diversa politica europea, la perequazione distributiva, un nuovo diritto dell`economia, la concorrenza. l`attuazione di questi interventi, da parte dei governanti e delle imprese, e` da ultimo affidata alla presa di coscienza e alla volonta` di riscatto di u |