
disteso lungo l`arco di un ventennio (dal 1950 ai primi anni settanta) e costruito avendo negli occhi i luoghi e i volti di tanti viaggi, il "diario" brulica di pensieri che sperimentano tutte le forme possibili del rapporto tra la mente e la realta`. vi troviamo velenosi "calembour" concentrati come saggi, aforismi e massime perforanti e definitivi, microritratti di taglio, apologhi surreali e corrosivi, sequenze in zapping, tra incanto e sarcasmo. l`irrefrenabile tendenza all`autodistruzione della specie umana pervade "diario degli errori" come un malinconico leitmotiv: ma la crudele esattezza della tassonomia e` in flaiano venata dalla "pietas" del moralista disilluso.