il patrimonio culturale - le chiese, le grandi opere, gli umili selciati - puo` trovare un senso solo se ci permette di liberarci dalla dittatura del presente, dall`illusione di essere i padroni della storia, dalla retorica avvelenata dell`identita`. se ci restituisce l`amore necessario a coltivare cio` che in noi e` ancora umano. abbiamo forse smarrito la ragione profonda per cui davvero ci interessiamo al patrimonio culturale e alla storia dell`arte: la forza con cui apre i nostri occhi e il nostro cuore a una dimensione . la sua capacita` di separarci dal flusso ininterrotto dell`attualita`, per metterci in contatto con cio` che ci avvince alla vita, cio` che le da` un senso. per vedere - per sentire - tutto questo, e` pero` necessario riattivare la sua connessione con la parte piu` intima della nostra anima individuale e collettiva; occorre una vera e propria educazione sentimentale. come scrive tomaso montanari nelle pagine di questo saggio lucido e appassionato, il patrimonio culturale e` la nostra religione civile, la nostra scuola di liberazione: non riguarda soltanto il paesaggio o le opere d`arte, ma riguarda soprattutto noi e quell`amore che tutto congiunge. ogni sguardo posato in una chiesa antica, ogni piede che calpesta un selciato, comporta domande, risposte, interpretazioni. cosi`, passo dopo passo, lentamente, riattribuiamo significato alle cose e ai luoghi fino a sentirli parte, quasi estensioni, dei nostri corpi: perche` solo quelli danno senso alle pietre e ai quadri. e perche` soltanto cosi` il discorso sul patrimonio culturale potra` aiutarci a recuperare le ragioni di una convivenza universale, fondata sulla giustizia e sulla condivisione. |