in questi nuovi versi, vivaci e freschissimi, quasi con ironia a dispetto del titolo che li presenta, vivian lamarque torna ai lettori con un`opera ricca di impressioni e memoria, di vicende e presagi, che si susseguono come nelle scene di un ampio, libero film. sono poesie in cui l`autrice si affaccia alle immagini del sempre piu` frequente insorgere del ricordo e all`apparire anche di volti familiari, riuscendo comunque a conservare intatta la propria vitale attitudine ad aprirsi all`incanto e agli spunti piu` vari dell`immaginazione. lamarque ragiona poeticamente sul , sull`idea dell`amore , propone narrazioni, in un`ampia, sorprendente mitologia personale che chiama a raccolta il grande cinema e grandi poeti (da orazio e virgilio, con riferimenti a pascoli e saba, penna e caproni). si esprime coinvolgendo una realta` animale e vegetale, o la citta` con i suoi riti anche quotidiani, e poi luoghi di mare, viaggi, ricognizioni sensibilissime in uno spazio/tempo autobiografico. introduce, con il garbo che le e` consueto, pensieri sul senso stesso e sulla natura della poesia in un percorso di consapevolezza nel cuore dell`esperienza. ma e` ben presente, in "l`amore da vecchia", un generale senso di provvisorieta` del vivere, che porta in se` la coscienza pervasiva del futuro, inevitabile nulla, del non esserci piu`, fino al momento del nostro . e a tutto questo si aggiunge, nell`eta` dell`inverno, di cui l`autrice sente il progredire, l`attenzione al presente, con le sue nuove, impreviste minacce. lamarque muove i suoi passi con una felice varieta` di soluzioni espressive, passando da componimenti fittamente prosastici ad altri piu` sottilmente e sempre incisivamente scanditi, conservando gli accenti di raffinato tono colloquiale in cui si manifesta un lirico senso di pacata e umanissima saggezza. |