
il racconto piu` noto di franz kafka parla di un uomo mutato in insetto; i suoi frammenti, di esoterico esotismo, crepitano di cornacchie e di giraffe, di leopardi pari ad alti prelati, di simboliche belve. il viso di kafka - consustanziale alla propria opera - nelle diverse fotografie di cui disponiamo, e`, di volta in volta, il muso di un felino e quello di un cobra, ha il genio del rapace e la profondita` del lupo. poco prima di morire pareva una farfalla. questo ciclo di racconti - i cui protagonisti sono talpe e topi, sciacalli e cani - sarebbero ascritti, dai critici complici della norma letteraria, all`ambito dell`assurdo. non e` cosi`. kafka scriveva parabole: ogni frase reca lo stigma della sapienza e va sollevata come un sasso. tutto tende alla ricerca dell`innocenza - per questo kafka ci prende sempre alla sprovvista, ci assale: conosce l`arte magnetica della predazione. "era impossibile sondare le segrete della sua anima" dice di kafka un giovane amico, jiri` langer. da ragazzo, aveva voltato le spalle al mondo abitando tra i chassidim, i misteriosi mistici ebrei. di lui pubblichiamo, in appendice, una silloge di poesie. il libro perfetto per chi ama i "classici" in nuova traduzione e percorre l`audacia della sapienza, indagando se stesso tramite la piu` efficace delle lame: la letteratura.