"poesia, entusiasmo e adrenalina": e` questa la montagna raccontata da carlo grande. e lo scenario della sainte-victoire che rapisce ce`zanne, o la luce dolce sulle vigne descritta da pavese. e un possibile antidoto al rituale moderno della velocita`, "un silenzio di voci che bisbigliano" e che svelano una natura archetipica e indicibile. ma sono anche i luoghi di una fatica quotidiana e paziente che si perde nel tempo, forre oscure e minacciose come le forche caudine o la gola di roncisvalle, vette himalayane che attirano l`uomo nella "zona della morte". sono le montagne da sempre teatro di lotte e invasioni: da annibale che varco` le alpi allo sterminio dei catari, fino alla resistenza ai nazifascismi e alla pacifica opposizione alle mostruose gallerie della tav. in un sottile gioco tra parola e allusione, scrittura e immaginazione, grande ci prende per mano e, in compagnia di herzog, buzzati, thoreau, mann, rigoni stern, ci invita a riscoprire il gusto dell`andare a piedi e del "salire", accettandone i rischi e le avventure: "per non cancellare il proprio paesaggio interiore e perdere cosi` la gioia di vivere". |