c`e` una caratteristica che accomuna il delicato assetto dell`essere umano ai materiali studiati in ingegneria: l`uno e gli altri sono in grado di resistere a sollecitazioni traumatiche, deformanti ed estreme, riacquistando la propria forma. questa capacita` si chiama "resilienza". mutuata dal dominio lontanissimo della scienza dei materiali, la nozione ha aperto una nuova frontiera di ricerca in psicologia clinica, disciplina troppo a lungo concentrata solo sugli effetti dissestanti di lutti, maltrattamenti, stress prolungati, malattie, carenze affettive. al dissesto psichico indotto da esperienze dolorose si puo` reagire se si attivano e si potenziano i fattori di protezione, di compenso e di recupero di cui ciascuno in qualche misura dispone. anna oliverio ferraris e alberto oliverio esplorano con gli strumenti della psicodinamica e delle neuroscienze le tipologie di resilienza che soccorrono nelle diverse stagioni della vita, dalla prima infanzia alla terza eta`, i rapporti tra comportamenti resilienti e funzioni cerebrali, e gli ambiti - individuale, familiare, scolastico e lavorativo - dove e` cruciale saper recuperare l`equilibrio dopo aver vacillato. nel modo di affrontare le avversita` intervengono componenti genetiche, disposizioni temperamentali e relazioni precoci con figure di attaccamento, ma altrettanto decisive si rivelano un`attitudine proattiva e un`atmosfera responsiva e supportante da parte della collettivita`. |