molto piu` della guerra, delle bombe che riducono budapest in macerie, molto piu` dei rischi che lui stesso corre in quanto ebreo, a occupare i pensieri di jozsi beregi e` il campionato di calcio. e poi trovare il modo di procurarsi quello che piu` gli manca: un po`di carne da mettere sotto i denti. ma non dovra` sforzarsi troppo, giacche` a offrirgli, con entusiastica e spontanea generosita`, tutto cio` di cui ha bisogno saranno le donne, nessuna delle quali sembra poter resistere al suo fascino. se "epepe" si presentava da subito come un incubo, "tempi felici" appare sin dalle prime battute come un divertissement - quasi uno schnitzleriano girotondo. solo in una commedia, infatti, farsi crescere un paio di baffi puo` sottrarre un giovane ebreo alle terribili croci frecciate nell`ungheria dell`inverno del 1945; e solo in una commedia il giovanotto in questione puo` vivere le sei drammatiche settimane dell`assedio dei sovietici, in una citta` squassata dai bombardamenti e ridotta allo stremo, come una parentesi beata, deliziosamente propizia agli amori clandestini, riuscendo a farsi proteggere, nutrire e coccolare da prostitute e borghesi, da giovani e da vecchie - e perfino da una miliziana fascista. con una nota di marion van renterghem. |