nell`ottobre dell`801, nella piccola localita` di porto venere attraccarono alcune navi su cui torreggiavano le insegne del califfo: lo sfavillante corteo dell`ambasciatore ibrahim ibn al-aghlabn era diretto ad aquisgrana, carico di doni per l`imperatore carlo magno, incluso un maestoso elefante albino che semino` il panico tra gli abitanti del minuscolo borgo. si trattava della degna risposta a una prima ambasciata dell`imperatore a baghdad, nel 797, volta a stringere rapporti col califfato per fronteggiare i pirati musulmani che infestavano il mediterraneo e per arginare la presenza omayyade in spagna. l`immagine di quell`elefante, apparso nel golfo ligure come un esotico miraggio, rimane impressa a segnare una tregua momentanea nel lungo, conflittuale e sanguinoso rapporto tra oriente islamico e occidente cristiano. meno di due secoli prima, dopo la morte di maometto, le masse islamiche si erano affacciate al mediterraneo dalle profondita` del deserto, fino a lambire i confini dell`impero erede dell`antica tradizione romana: bisanzio. sotto la guida dei primi califfi, le avanguardie di una nuova religione, simile e al contempo diversa dal cristianesimo, si lanciarono alla conquista di nuove terre e alla sottomissione di interi popoli. ma fu solo con le prime crociate che il mondo cristiano abbraccio` una volta per tutte l`idea di un conflitto religioso oltre che politico, dando il via a una terribile guerra dei mille anni. in questo lungo racconto storico cambieranno gli attori principali e gli assetti geopolitici, nasceranno nuovi imperi e cadranno nella polvere magnifici sultani e orgogliosi sovrani, si combatteranno grandiose battaglie e logoranti assedi, muteranno le armi e le tecnologie fino a giungere sulle soglie del terzo millennio. sembra infatti sorgere all`orizzonte l`alba di un nuovo, crudele califfato, che per l`occidente non ha in serbo cortei, ne` regalie, ne` tanto meno elefanti in dono: efferatezze e terrorismo sono la loro unica idea di ambascia |