comincia a milano in un grande armadio a muro, nell`appartamento di via plinio 6, il pellegrinaggio di alberto scerbanenko nei faldoni della corrispondenza, nelle pile di dattiloscritti e nei mucchi di copie di romanzi pubblicati e qualche volta inediti del padre. una ricerca labirintica delle ragioni delle parole con cui, su un pezzo di carta scritto tra il 1937 e il 1938, giorgio scerbanenco profetizzo` la propria morte. quello di suo figlio e` un viaggio struggente e avventuroso attraverso la memoria, la storia e le trame uniche inventate da un padre di cui scopriamo non una, ma cinque vite. vite ambientate a kiev, a roma, a milano e poi in esilio in svizzera dal 1943 sino alla fine della guerra. per guadagnarsi da vivere, giorgio scerbanenco ha fatto molti mestieri, e` entrato nel mondo dell`editoria, ha collaborato con importanti quotidiani e ha diretto i periodici femminili "bella" e "novella". i suoi romanzi l`hanno rivelato come uno dei piu` grandi narratori di genere, con le sue storie di traffici oscuri e di morti ammazzati, di vicende umane dure e disperate che hanno ispirato il miglior cinema italiano, da "milano calibro 9" a "i ragazzi del massacro". in questo libro alberto ritrova l`uomo, l`esule o forse la spia. il padre. |