"per me non e` tanto importante che tu scriva quello che ti ho raccontato, ma che andando via ti volti a guardare la mia casetta, e non una ma due volte". cosi` si e` rivolta a svetlana aleksievic, congedandosi da lei, una contadina bielorussa. la speranza di avere affidato il racconto della propria vita a qualcuno capace di vero ascolto non poteva essere meglio riposta. far raccontare a donne e uomini, protagonisti, vittime e carnefici, il dramma corale delle "piccole persone" coinvolte dalla grande utopia comunista e` il cuore del lavoro letterario dell`autrice e questo libro, sullo sfondo della grande tragedia collettiva legata al crollo dell`unione sovietica e della tormentosa e problematica nascita di una nuova russia, costituisce il coronamento ideale di un lavoro di trent`anni. qui sono decine i protagonisti-narratori che raccontano cos`e` stata l`epocale svolta tuttora in atto: contadini, operai, studenti, intellettuali, nonche` misconosciuti eroi sovietici i quali non sanno rassegnarsi al tramonto degli ideali e a un`esistenza che esclude i deboli e gli ultimi. e uno spaccato della tramontata civilta` sovietica, quasi un`enciclopedia dei sogni dell`uomo rosso, fecondata dal dono che ha l`autrice di saper penetrare l`anima di coloro che hanno vissuto quell`epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un "tempo di seconda mano". |