. fin dal rapinoso incipit melvilliano, il libro che carl safina ha dedicato alle tartarughe, osservandole e studiandole per anni in ogni mare e oceano, si rivela molto piu` di un trattato biologico-etologico. e una lunga, serrata narrazione visionaria, dove sin dalle prime pagine emerge una protagonista indiscussa, vera guida del viaggio: la tartaruga liuto, a un tempo l`esemplare piu` grande del suo ordine (puo` sfiorare la tonnellata) e tra quelli piu` antichi sotto il profilo evolutivo, che fa di lei sulla terra. seguendo nei suoi vertiginosi tragitti migratori - strappi anche di sedicimila chilometri, che riflettono una distribuzione amplissima, dai mari equatoriali alle acque artico-antartiche - safina ne descrive le sorprendenti caratteristiche: morfologiche, a partire dal guscio a mosaico; anatomiche, in particolare il complesso sistema cardiovascolare, che armonizza polmoni piccoli e un cuore gigantesco da un battito al minuto; cognitivo-comportamentali, giacche` l`intricata routine della stagione riproduttiva e` guidata dall`attivita` ormonale e da un . e alla fine, attraverso una prosa piena di incanto - ben piu` potente di ogni invettiva morale -, riesce ad elevare via via la sua ricerca ad appassionato memento ecologico: basterebbero le sequenze sulle liuto uccise dalle plastiche (scambiate per meduse) o sui loro carapaci scheggiati dai machete dei pescatori, per cogliere nella cecita` ambientale del sapiens un ritratto spietato e dolente della sua (auto)distruttivita`. |