se ne sarebbe ricordato in seguito di quell`attimo, e non sempre con piacere. per anni, in certe ridenti mattine di primavera, i colleghi dei quai des orfe`vres avrebbero conservato l`abitudine di rivolgersi a lui con un misto di serieta` e di ironia: "senti maigret" "che c`e`?" "c`e` fe`licie!". e allora lui la rivedeva, sottile, con i suoi vestiti chiassosi, i grandi occhi color nontiscordardime`, il naso impertinente, e il cappello poi, quel terrificante cappellino rosso piazzato in cima alla testa con una lunga penna verde cangiante infilzata come una freccia. "c`e` fe`licie!". il commissario sbuffava. lo sapevano tutti che maigret si metteva a sbuffare come un orso quando qualcuno gli ricordava fe`licie. |