qualche mese prima dell`uscita de il villaggio di stepa`ncikovo (novembre-dicembre 1859), dostoevskij scrive al fratello michai`l: "questo romanzo, certo, ha gravissimi difetti [...] ma io sono convinto, come di un assioma, che esso abbia grandi pregi e che sia la mia migliore opera. l`ho scritto in due anni [...] l`inizio e la parte centrale sono stati elaborati con cura, il finale, invece, e` stato scritto affrettatamente. ma vi ho messo la mia anima, la mia carne, il mio sangue [...] in esso vi sono due grossissimi caratteri tipici, creati e studiati nel corso di cinque anni, elaborati (secondo me) alla perfezione, caratteri russi in tutto e per tutto e mai rappresentati finora nella letteratura russa". da sempre dostoevskij si legge in due modi diversi: c`e` chi ricerca in ogni sua opera l`eco di un dialogo con la grande letteratura russa ed europea, il respiro dei dibattiti del suo tempo; e c`e` chi si affida esclusivamente all`energia che emana da ogni sua pagina. il grande scrittore russo esortava piuttosto a cogliere il nocciolo eterno di ogni sua singola opera. messo di fronte a il villaggio di stepa`ncikovo, anche erri de luca e` andato diritto a questo stesso centro. le parole di erri de luca inaugurano il viaggio che ogni lettore fara` da solo, immergendosi nell`avvolgente lingua di questo romanzo. |