da giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa piu` importante; dichiarava il re primo servitore dello stato e la "corona un cappello che lascia passare la pioggia". eppure, in una politica europea gia` spregiudicata, federico il grande inauguro` un cinismo aggressivo, strumento della volonta` di potenza entrata - secondo alcuni storici - nei geni maligni dell`europa futura; era sleale e ingrato, "il malvagio uomo" lo chiamava maria teresa d`austria. si reputava un philosophe innanzitutto: strano philosophe che disprezzava l`umanita`. figura doppia, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. alessandro barbero, nato a torino nel 1959, e` professore ordinario presso l`universita` del piemonte orientale a vercelli. studioso di storia medievale e di storia militare, ha pubblicato fra l`altro libri su carlo magno, sulle invasioni barbariche e sulla battaglia di waterloo. e autore di diversi romanzi storici, il primo dei quali, "bella vita e guerre altrui di mr. pyle gentiluomo", ha vinto nel 1996 il premio strega. |