quando ci sediamo su una panchina in cerca di un momento di riposo o per godere della vista di un paesaggio, quasi mai ci rendiamo conto di quanto questo oggetto, in apparenza banale e insignificante, funzioni come una vera e propria macchina visiva, "intelligente e visionaria", in grado di farci comprendere la realta` che abitiamo. obbedendo a una semplice quanto efficace strategia visiva, la panchina, mentre apparta dal flusso del mondo, crea situazioni e paesaggi particolari, insegna, suscita, cita. orienta il nostro sguardo e modella il nostro stato d`animo. michael jakob ci guida in un viaggio sorprendente attraverso i giardini e le epoche, dalla toscana rinascimentale alla francia del settecento, dalla russia degli anni venti ai paesaggi industriali della contemporaneita`, provando a ricostruire le molteplici vite di un`entita` desueta: dalle panchine reali, come le "panche di via" di firenze o pienza e quelle stravaganti di bomarzo, a quelle letterarie (rousseau, stifter, sartre), artistiche (manet, monet, van gogh, liebermann) o cinematografiche (vertov, antonioni). |