scritta nel 1936, questa sorta di autobiografia intessuta di ironia racconta il rapporto di elizabeth con i quattordici cani che, testimoni non del tutto silenziosi, le sono stati via via accanto. e proprio attraverso il loro succedersi al suo fianco, "datando" affettivamente i momenti della sua esistenza, l`autrice evoca luoghi, fatti e amori di una vita non comune. immediato e` il collegamento con il fortunato "giardino di elizabeth": sono cambiati i protagonisti - i cani hanno sostituito i fiori e le piante - ma sono rimasti intatti la sensibilita`, l`intelligenza, l`anticonformismo con cui lavon arnim ci mette a parte della sua storia. |