e il 4 aprile 1945. quel bambino sta trasportando una sedia tra le macerie della citta` liberata dai nazifascisti ed e` diretto al comando alleato, dove lo attende suo padre - dal cognome vagamente sospetto, covacich - sottoposto i un interrogatorio. e quella sedia potrebbe scagionarlo. sempre trieste, 5 agosto 1972. i terroristi di settembre vero hanno fatto saltare due cisterne di petrolio. un bambino, vlauro covacich, tra le gambe di suo padre (il bambino che trascinava la sedia ventisette anni prima nella trieste liberata), contemplando le colonne di fumo dalle alture carsiche sopra la citta`, chiede: "papa`, sento in guera?" mauro covacich torna nella sua trieste, con un libro dal ritmo incalzante, avventuroso romanzo della propria formazione, scritto con la precisione chirurgica di un analista di guerra e animato dalla curiosita` di un reporter. "la citta` interiore" e` la cartografia del cuore di uno scrittore inguaribilmente triestino; e` il compiuto labirinto di una citta`, di un uomo, della storia, che il lettore percorre con lo stesso senso di inquieta meraviglia che accompagnava quel bambino del 1945 e quello del 1972; un labirinto di deviazioni e ritorni inaspettati, da cui si esce con il desiderio di rientrarci. |