la storia della pigrizia ha radici antiche, incrociandosi con l`ozio e con l`accidia. l`ozio e` padre di tutti i vizi, ma anche virtu` del letterato che sfugge alle costrizioni del lavoro. analogamente l`accidia e` vizio capitale, meno grave pero` di altri comportamenti considerati riprovevoli. intere classi sociali ne fanno il loro vanto, altre la deridono, altre vi aspirano. e molti sono i racconti che riguardano la pigrizia, facendone ora una proprieta` caratterizzante certi personaggi (da oblomov a paperino) ora un atteggiamento di ribellione contro le societa` moderne (da stevenson a lafargue, da russell a barthes). in gioco, e` la rivendicazione di stanchezza, il desiderio di riposo, l`esigenza del non voler fare. morale: difficile essere pigri. bisogna faticare per riuscirci. in un`epoca che glorifica incessantemente la prestazione, riempiendo ogni momento della nostra vita di gesti carichi di necessita` produttive, non far nulla e` tutt`altro che evidente. per questo va perseguito, rivendicato come un diritto, praticato come esercizio di liberta`. |