con queste parole, un entusiasta ervino pocar concludeva l`introduzione all`edizione della montagna incantata da lui tradotta nel 1965 e salutata come esemplare e capace di trasmettere appieno lo stile e lo spirito dell`opera. edizione che e` stata poi ripresa dalla corbaccio nel 1992 e che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre berghof di davos. quando il protagonista, il giovane hans castorp, vi arriva, e` il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha pero` le sue curiosita` spirituali ed e` intellettualmente aperto all`avventura. a contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell`epoca, il suo carattere subisce un`evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia (behrens e krokowski), l`amore(la signora chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (settembrini), il pessimismo irrazionale (naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. ma in mezzo a tante forze contrastanti, castorp trova il proprio equilibrio. in questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli puo` liberamente crescere. paradossalmente (l`umorismo di mann), dopo essere stato convertito alla vita castorp tornera` alla pianura per perdersi nell`inutile strage della guerra. , disse mann, parlando agli stud |