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per anni, quando i suoi viaggi erano soprattutto quelli del filobus romano 62, da via nomentana a piazza san silvestro, manganelli coltivo` un sogno temerario: spingersi sino alle isole faero`er. nel 1978, vincendo timori e angosce, con una valigia munita di tutto quanto un "frequent flyer" giudicherebbe forse inessenziale - un dickens come amuleto e "blande mani chimiche" che sappiano coccolare nei momenti difficili -, lo scrittore parti` alla volta dell`arcaica islanda, prima tappa della sua incursione nel grande nord. e l`esito di quel viaggio e` questo reportage: lo sguardo del traveller sembra capace di svelare la segreta essenza dell`"isola pianeta", dove il mondo e` preumano, folle e criptico.

siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia cosi` misera che puo` guardare dal basso la poverta`, fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo, gli inglesi e i protestanti, e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribu` verso la sopravvivenza. tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista mentre vive le sue avventure. questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore crea con le sue parole un prodigio di comicita` e vitalita` contagiose, dove tutte le atrocita` diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso la terra promessa.

il libro raduna scritti apparsi in varie sedi fra il 1934 e il 1952. borges e` riuscito a dire cose nuove su autori talora celeberrimi, talora trascurati. si tratti di cervantes o di kafka, di wilde o di chesterton, di hume o di berkeley, di bloy o di schopenauer, di beckford o di coleridge, tutti gli autori qui trattati sembrano diventare, senza alcuna forzatura, anelli di una catena anonima e infinita, dove, occultato, il lettore incontrera` anche l`anello che corrisponde a borges stesso.

il 26 aprile 1937, sessanta aerei militari tedeschi e italiani aggredirono una tranquilla cittadina basca in un giorno di mercato. fu il primo bombardamento a tappeto della storia: una strage di innocenti che suscito` l`indignazione di tutto il mondo civile. in esilio a parigi e inorridito dall`episodio, in soli due mesi pablo picasso dipinse una tela enorme che esprime con immediatezza la drammaticita` del momento: figure umane urlanti, animali straziati, edifici disintegrati. tutto in un`ascetica assenza di colore che sembra riproporre il bianco e nero delle fotografie dei giornali. il quadro fu presentato al pubblico quello stesso anno nel padiglione spagnolo all`esposizione internazionale di parigi.

il gengis e` un potente di oggi: quasi la versione contemporanea di gengis khan, il signore dei mongoli che ebbe l`ambizione di creare il piu` vasto impero della storia. un uomo che ha tutto, vuole tutto. tommaso e` un fumettista e vignettista satirico. maestro di parodie, ha sempre combattuto l`insensatezza dell`eta` moderna, la sopraffazione mediatica e quanti provocano la morte della poesia. il gengis saccheggia la vita di tommaso, che disprezza come l`opposto di se`. gli distrugge l`ordine della famiglia: gli porta via la moglie pupe, gli strappa duccio, un bambino che tommaso ama come e piu` di un figlio. tommaso attraversa, dapprima, la sua personale discesa agli inferi, ma poi reagisce con l`unica freccia al suo arco: l`ironia. e proprio questa gli consentira` di trionfare quando decidera` di attaccare frontalmente il gengis inserendosi proprio nel suo habitat.

riecheggiando la lauda medievale e le rime di jacopone da todi, il poeta narra la sua ricerca del creatore, dell`unione perfetta con l`universo: una ricerca che e` quella dell`amore, un`unione che significa annullamento di se`. la fusione di creatura e creatore non puo` avvenire che con una rinuncia totale alle cose del mondo e a se stessi; il che, per viviani, vuol dire disfarsi non solo dei beni materiali o delle pulsioni terrene, ma anche dell`intelligenza, del raziocinio, perfino dei valori e della tensione al bene.

questa edizione delle confessioni di agostino propone una lettura di uno dei piu` grandi capolavori di tutti i tempi con una serie di novita`. dimostra che il pensiero agostiniano si impone come la piu` alta forma di filosofia tardo-antica cristiana ispirata al neoplatonismo, e che e` un errore storico-ermeneutico intenderlo come parte del pensiero medievale, come si e` fatto per molto tempo e molti continuano a fare. presenta la prima interpretazione sistematica, dal punto di vista ermeneutico, dello stile della "tarsia letteraria", ossia lo stile basato su citazioni che agostino desume dalla bibbia, e che con quell`intensita` e originalita` con cui egli la mette in atto non ha l`uguale in altri autori. la "tarsia" risulta rivelatrice del senso ultimativo del parlare e dello scrivere di agostino, come un linguaggio dell`"allievo" che intende parlare con la parola del "maestro", ossia della "verita`", che gli parla non solo nel suo intimo, ma mediante le parole stesse della bibbia. giovanni reale offre anche, oltre a una nutrita monografia introduttiva, delle parafrasi di ogni capitolo dell`opera agostiniana e una serie di apparati, che aiutano il lettore a comprendere un`opera che solo in apparenza e` facile. il lavoro di reale e` frutto di una frequentazione con le confessioni di ben sessanta anni.

da oltre duemila anni, atene rappresenta molto piu` che una citta` nell`immaginario occidentale. il secolo compreso tra le riforme di distene (508) e la morte di socrate (399) e` diventato modello universale, insieme politico e culturale. politico perche` si ritiene che ad atene sia stata inventata la democrazia, cioe` il regime istituzionale e di governo oggi piu` diffuso nel mondo. culturale perche` ad atene fiorirono filosofia, storia, teatro, letteratura, arte e architettura che ancora oggi consideriamo riferimenti obbligati. "il mondo di atene" riporta la citta` alla sua storia, incrinando la sua immagine idealizzata e restituendocela cosi` come emerge dalla ricchezza delle fonti contemporanee. luciano canfora smonta la macchina retorica su atene, dimostrando che i critici piu` radicali del sistema furono proprio gli intellettuali ateniesi. eventi centrali dell`intera narrazione sono la parabola dell`impero marittimo ateniese sconfitto da sparta, la lacerazione che esso determino` nel mondo greco fino a coinvolgere il regno di persia, la rinascita dell`impero nella medesima area geopolitica, la sua crisi e l`esito inedito, rappresentato dal trionfo dell`ideale monarchico realizzato dall`egemonia macedone.

il libro verte sul processo giudiziario promosso nella seconda meta` del cinquecento contro i due fratelli giovanni e carlo carafa, nipoti del papa paolo iv e chiamati da questi, dal regno di napoli alla corte di roma, a ricoprire cariche per le quali erano assolutamente impreparati. dopo la condanna di paolo iv, che alla fine del suo pontificato maledisse ed esilio` i suoi nipoti, i due successivi processi (in cui i due fratelli furono dondannati e crudelmente giustiziati) vennero promossi sotto i due papi che gli succedettero (pio iv e pio v). l`autrice sottolinea come i procedimenti seguiti appaiono in qualche modo viziati e lasciano aperto il dubbio sulla loro legittimita`.

Come avvicinare oggi i miti greci? Marta Morazzoni entra quasi di soppiatto, da una porta socchiusa, nella sala delle divinità e degli eroi di quel mondo che la letteratura ha già a lungo percorso. E lo fa in libertà, rileggendo e modificando le linee del racconto. Nelle pagine di queste storie, dove compaiono tra gli altri Clitemnestra e Agamennone, Teseo, la bella Elena con la sua corte di sciagure, Alcinoo e Nausicaa, o un giovane molto simile a Edipo, non c’è un’aderenza rigorosa alla tradizione classica, ma nemmeno un’intenzione trasgressiva. Più semplicemente, da quella mitologia, con cui l’autrice ha confidenza fin da bambina, è sgorgata una vena narrativa senza schemi, ma con radici ben piantate nella terra ellenica. I luoghi qui raccontati diventano lavagne su cui scrivere le infinite possibilità di una leggenda millenaria: Creta, Mykonos, Tebe, il Taigeto, luoghi tutti attraversati dal mito, anche oggi che quei nomi corrispondono a volte a città senza fascino. Ma permane l’eco di ciò che lì si dice sia avvenuto, e proprio quel «si dice» ha mosso questa ricomposizione, o interpretazione, con il diritto naturale dello scrittore a inventare.

uno dei problemi piu` dibattuti, nell`ambito della tipologia delle professioni, e` quello della nascita, dell`affermazione, del consolidamento e dell`eventuale declino di questa o quella figura professionale. questo libro, attraverso una galleria di personaggi, descrive come si sono configurati via via, dal settecento al novecento, in italia, il patologo e il clinico, il medico alternativo e il medico di famiglia, il medico di laboratorio e il radiologo, l`ostetrico-ginecologo e il neuropsichiatra, il ricercatore-scienziato e il grande chirurgo. piu` in generale, delinea i `caratteri originali` del medico d`oggi. inoltre, attraverso l`analisi storica dei nessi tra professione e societa`, contribuisce a chiarire gli antefatti della questione sanitaria odierna.

il metodo sperimentale e` considerato da epistemologi e storici della scienza come il piu` potente strumento intellettuale per l`indagine dei fenomeni naturali, al quale dobbiamo la gran parte delle scoperte scientifiche. ma nell`antichita` un alone di meraviglia e un sospetto di magia circondavano il lavoro e le persone degli sperimentatori: chi osava manipolare le viscere e obbligava la natura a deviare il suo corso racchiudeva inevitabilemnte in se` un che di diabolico. attraverso il ricorso alle fonti scritte e lasciando spesso la parola agli stessi protagonisti, l`autore ripercorre il cammino dei naturalisti presocratici, le esperienze descritte nel corpus ippocratico, il trionfo del razionalismo di platone e aristotele, la vivisezione di galeno.

«... guarda da un'ora all'altra / come cambiano i colori: di grigio in verde, di verde / in freschissimo azzurro.» Questi versi di Vittorio Sereni (da «Un posto di vacanza», in «Stella variabile», 1981), racchiudono l'incanto di un luogo speciale: Bocca di Magra, che fu meta della villeggiatura estiva di un gruppo di scrittori, poeti, funzionari editoriali che hanno segnato il nostro secondo Novecento. È in larga parte qui che Silvia Sereni, figlia di Vittorio, sceglie di evocarli, consegnandoci ricordi brevi e intensi, tutti scritti "in levare" eppure pieni di affetto, che restituiscono luoghi e personaggi in una luce vivissima.

Printed In U.S.A.

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