un autentico romanzo di deformazione: quello di ermanno, ventenne piccolo spacciatore e studente di filosofia a nizza. sullo sfondo di una citta` giovane inghiottita dai furori creativi e dalle droghe, la vita di ermanno e di due amici d`infanzia si aggroviglia fino all`implosione per il ritorno del mitico cugino jerry: la tranquilla esistenza dei ragazzi finisce per diventare la cavalcata di quattro cavalieri di un`apocalisse allucinata. la lotta contro la prevedibilita` della vita, contro la superficialita` delle donne, contro il qualunquismo in una societa` sobria e perbenista, fintamente alternativa e patinata, si scatena in uno sfogo permanente di violenza e nichilismo. la grafic novel tratta dal romanzo di enrico brizzi e` realizzata dallo stesso brizzi in collaborazione con maurizio manfredi.
in questi tre saggi, raccolti in volume dall`autore, il filosofo marxista gyorgy lukacs (1885-1971) ci ha lasciato la sua interpretazione di thomas mann, da lui considerato "l`ultima grande espressione del realismo critico borghese". il primo - una conferenza pronunciata per celebrare i settant`anni dello scrittore - e` una lettura complessiva del "work in progress" manniano. nel secondo, scritto nel 1948, lukacs interpreta il doctor faustus, come "la tragedia tipica dell`arte e della spiritualita` borghese moderna", e come il percorso esemplare di un intellettuale tedesco negli anni che precedono l`avvento del nazismo. il terzo raccoglie i fili del lungo confronto di lukacs con l`opera di mann.
"in "degas danse dessin" il ritratto di edgar degas quale baudelariano "pittore della vita moderna", artista di gusti difficili e di scontrosa natura, uomo antico piu` che in opposizione ai suoi tempi, amico della poesia piu` che dei poeti, e` delineato e indagato da valery alla luce esclusiva dell`arte sua e con lo stesso tratto leggero del disegnatore, che segue l`estro nei limiti precisi della sua volonta` mentre traccia sulla carte il profilo delle forme nella progressiva evoluzione della sua conoscenza. ne deriva una sorta d`evidentissimo e documentato profilo dal vero, ma sapientemente sfumato e concertato, e con qualche variegatura non casuale di ritratto immaginario." (dalla postfazione di beniamino dal fabbro)
l`ultimo nietzsche aveva perso ogni contatto con quanti lo avevano seguito nella sua avventura ormai volta verso il tragico epilogo (subito dopo verranno seguaci e adepti, ma tutti saranno ingannati dalla multilateralita` del suo pensiero, fonte di equivoci anche grotteschi). cionondimeno, quando sta per lasciare la sfera del mondo cosciente, nietzsche ritorna a tutti gli amici del passato con i messaggi torinesi. di questi, i due piu` lunghi e commoventi sono indirizzati a burckhardt. prima che il sipario della pazzia scenda, nietzsche fornisce a burckhardt la chiave per comprenderlo: "alla fine sarei stato molto piu` volentieri professore basileese che dio; ma non ho osato spingere cosi` lontano il mio egoismo da omettere, per causa sua, la creazione del mondo".
i "frammenti" lasciati da pascal dopo la sua morte vennero pubblicati per la prima volta nel 1670, solo in parte, disposti secondo un ordine e con un titolo - "pense`es sur la religion" - assolutamente arbitrari. oggi sappiamo che il disordine in cui furono trovati e` solo apparente, e dunque questa edizione li ripropone nell`ordine voluto dall`autore stesso, rispettando quello che almeno in parte doveva essere il piano del libro al quale pascal stava lavorando e che non fu mai compiuto. una volta completata, l`opera avrebbe dovuto costituire una sorta di difesa della cristianita`, ma pascal non era un teologo, bensi` un uomo di scienza, un moralista capace di penetrare il pensiero umano, un grande letterato. quel libro si sarebbe dunque potuto definire la sua autobiografia spirituale. questa edizione e` corredata di un ricco apparato filologico che sottolinea le numerose varianti del testo pascaliano, mentre il testo francese a fronte permette al lettore di comprendere lo sforzo compiuto per rispettare, nel tradurre, il ritmo e la struttura vorticosa della lingua di pascal.
pubblicato nel 1841, e` il frutto mirabile di un accoppiamento tra entusiasmo e ironia: entusiastica la dedizione giovanile con cui l`autore si vota alla filosofia, ironico il distacco esasperante che pone tra la materia e se`, e tra se` e il lettore. da un lato la nobile aspirazione dell`uomo all`infinito, dall`altro l`inevitabilita` della sua sconfitta. le due figure che dominano l`opera sono socrate e cristo: il primo raffigura la finitezza, la pura domanda, l`umana ricerca della verita`; il secondo e` l`unica autentica risposta alla domanda socratica, l`unica esperienza singolare in cui l`eterno si e` incarnato nella storia. da qui kierkegaard ricava quella che sara` la sua via per fuggire l`angoscia, per trasformare un problema in una soluzione: mutare il passato in futuro, morire nel peccato per rinascere nella redenzione.
guglielmo di occam, nato all`inizio del xiv secolo, si dedico` nella seconda parte della sua vita alla riflessione sul ruolo temporale della chiesa e alla battaglia contro il potere politico del pontefice. si pubblicano qui l`an princeps, un pamphlet sul diritto della corona di utilizzare, in situazioni di emergenza, i beni ecclesiastici senza preventiva autorizzazione papale; e l`epistola ad fratres minores, dove guglielmo illustra ai confratelli i motivi della sua ribellione al pontefice. testo latino a fronte.
un mattino, al risveglio da sogni inquieti, un uomo di nome giuso si trova trascinato da un tutore in una scuola, in mezzo ad altri adulti che si comportano da bambini. qui dovra` rimparare a comportarsi come un infante, visto che nel mondo dei grandi ha fallito. inizia cosi` una regressione infantile durante la quale giuso scopre che ritornare bambini significa liberarsi da ogni responsabilita` e pensiero. "ferdydurke" e` una feroce satira sociale, una caustica rappresentazione di una societa` che infantilizza l`essere umano, rendendolo stupido e inerme. ma e` anche uno sberleffo ai canoni letterari e al mondo intellettuale e artistico, bigotto e conformista: insieme a giuso, e` infatti l`autore stesso a tornare all`ingenuita`, al disprezzo delle consuetudini e a creare, come un bambino, le regole del proprio gioco.
Deutsche Grammophon 1975.
l`esistenza grigia di emilio brentani viene a un tratto animata dalla passione per la popolana angiolina, bella, vivace, volgare. ma emilio e` incapace di giovanile trasporto, e angiolina poco propensa ad assecondare i propositi moralizzatori dell`innamorato; la loro avventura resta un episodio sterile, e tuttavia l`unica nota di colore nella del protagonista. secondo romanzo di italo svevo, "senilita`" tocca tutti i temi principali della narrativa dello scrittore triestino: l`inettitudine alla vita, il senso di fallimento di un`esistenza proiettata verso un`interiorita` psicologica tormentata e maniacale, il tutto attraverso un`autoanalisi lucidissima del protagonista, la sapienza dello stile, la puntuale costruzione dei personaggi.
un seneca feroce, cinico e irridente, lontano dalla seriosa gravita` del filosofo, inaspettato per chi lo conosce solo dalle lettere a lucilio o dai dialoghi. l`apocolocyntosis, l`unica opera di satira politica a noi giunta dall`antichita`, bizzarra mescolanza di prosa e poesia, parodia di generi alti e punte di accesa volgarita`, racconta il destino ultraterreno del defunto claudio: non apoteosi, come da prassi per gli imperatori morti, ma apocolocyntosis, cioe` "inzuccamento", il processo postumo in cielo e la condanna a giocare a dadi con un bossolo forato. il tutto scritto con una ferocia e un astio che la rendono una delle pagine piu` inquietanti del rapporto spesso tragico tra il potere e gli intellettuali. rossana mugellesi esplora nell`introduzione le particolarita` dell`apocolocyntosis e della satira menippea, genere di cui l`operetta e` l`unico esempio superstite.