
"la mia scrittura e` la chiave per comprendere il mondo e la chiave d`accesso verso il mio io. e il mio lavoro, il mio punto fermo, e` stata l`unica cosa che mi ha sempre dato forza, per mia scelta". herta muller si racconta a gabriella lepre nella prima intervista italiana concessa a roma diciannove anni fa. il ruolo sociale e politico dell`intellettuale, il rapporto con la scrittura e la sua vicinanza a levi, pavese e calvino, i nodi dei suoi romanzi: la dittatura, l`esilio, la guerra, la liberta`. una conversazione letteraria e politica con la scrittrice-simbolo della nuova europa unita.

un lungo e intrigante viaggio, vissuto tra musica, teatro, cinema, danza e improvvisazione. lucia baldini, fotografa da oltre venticinque anni, fa della scena il suo luogo di narrazione, creando visioni oniriche e astratte, rivelazioni, conoscenze. una "capitana coraggiosa" capace di cogliere sempre il momento illuminante in un mondo eclettico, esplosivo e di grandi energie. attraverso le sue immagini e riflessioni personali sulla fotografia di spettacolo, l`autrice ci mostra i protagonisti del palcoscenico e dei set cinematografici, che si raccontano in un dialogo in cui immagini e parole si legano in una profonda complicita`.

un appassionato appello a favore del dialogo e della pace, contro la paura della diversita` che genera l`odio verso l`altro. "nel momento in cui scrivo queste righe, nei locali di `charlie hebdo` dieci persone che, pochi istanti prima, vivevano e sognavano di farci ridere, giacciono esanimi. vi domandate che cosa mi autorizza a esortarvi alla riconciliazione? nato a varsavia poco prima della seconda guerra mondiale, so a cosa puo` portare un solo insulto, un solo gesto di violenza. e la storia non ha mai smesso di ricordarcelo. oh, amici, fratelli. so quanto e` difficile vedere la luce nell`oscurita`. spesso l`odio acceca. e basta una mano posata davanti agli occhi per nascondere il sole. provateci comunque! chissa`? forse, alzando la testa, troverete anche voi una luce. quella che vi mancava per scorgere la mano tesa del vostro vicino. allora, finalmente, la stringerete in un gesto di riconciliazione".

sono giovani, perche` nessuno di loro ha oltrepassato la linea dei 40. sono autarchici, perche` per mestiere hanno scelto di esercitare il proprio punto di vista. sono autori, perche` tutti dotati di uno sguardo immediatamente riconoscibile. sono dieci tra i piu` interessanti fotografi italiani che, a poco piu` di 30 anni, hanno gia` espresso il proprio talento su un orizzonte internazionale. il ritratto di una generazione che sta riscrivendo i codici del racconto per immagini.

attraverso uno studio critico e una riflessione fotografica, frutto di un lavoro co-ideato e condiviso dai due autori, e` nato un libro che intende trasportare l`analisi e l`interpretazione del paesaggio nel cinema di michelangelo antonioni in un territorio di approfondimento meticcio nel quale, con tutta evidenza, affonda le sue radici i complessi temi della raffigurazione del mondo, dello spazio naturalistico e della dimensione urbana.












nel testo, oltre a una ricognizione dello sviluppo capitalistico e delle lotte politiche in turchia, in iran, in pakistan e in arabia saudita, e` raccolto il percorso d`analisi che in questi anni ha accompagnato le vicende delle cosiddette "primavere arabe", e il loro scacco nella contesa mediorientale. all`inizio del 2011, all`avvio della crisi in libia, scrivemmo che "in medio oriente e` quasi la regola che le guerre civili siano innesco alle guerre tra stati". da allora quattro conflitti, in libia, in mali, in siria e in yemen, hanno confermato quella legge di movimento, polverizzando la retorica democratica che aveva accompagnato quei sommovimenti politici. ormai e` assodato che la guerra in siria segna la fine degli equilibri di bilancia in medio oriente garantiti dalla potenza americana, com`erano stabiliti da un quarantennio a partire dal 1973. nell`area torna a fare il suo ingresso la russia e torna all`iniziativa politico-militare l`europa. sullo sfondo, il mutamento dei nessi energetici cosi` come della bilancia globale chiama in causa cina e india, e non e` pensabile che un nuovo assetto regionale non prenda in conto i due giganti asiatici.


nella pluralita` di sovrastrutture deputate a dare voce politica alla pluralita` degli interessi economici, gli "imperi dei mass media" rivestono un ruolo insieme fondamentale e particolare, essendo essi stessi nel novero dei colossi in competizione. nel primo degli articoli qui raccolti si ricorda l`affermazione di marx ed engels per cui "la classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con cio`, in pari tempo, dei mezzi di produzione intellettuale" cio` spiega l`assunto per cui "le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti". il capitalismo poi trasforma anche i mezzi della produzione intellettuale in strumenti di accumulazione di plusvalore. e proprio a partire da questa considerazione che in apertura del volume si sottolinea come i mass media "prima di essere un fenomeno culturale e politico sono una parte rilevante dell`economia capitalistica" solo analizzandoli in questa chiave e` possibile "comprendere tutta la loro reale incidenza nella vita sociale, senza scadere nel semplicismo delle politologie di moda o nel banale schematismo di sociologie ricche di presunzioni teoriche ma povere di concreti risultati".
al suo giuramento, trump ha decretato la fine del "declino" americano e l?inizio di una "nuova eta dell?oro", alludendo alla "gilded age" che negli ultimi decenni dell?ottocento vide il tumultuoso sviluppo del capitalismo americano, sino alla sua irruzione imperialista. e davvero un segno dei tempi che dalla presidenza americana si immagini di poter fronteggiare il "declino" degli stati uniti resuscitandone le politiche e i modelli della sua "ascesa" imperialista, quasi a mimare l?alba per sfuggire all?imbrunire. qualunque posizione contingente possa assumere l?amministrazione trump, la tendenza generale della contesa globale e definita, e comunque non sara invertita la nuova corsa al riarmo. ma il nuovo "nazionalismo americano" puo fare la differenza tanto nel "rallentamento" quanto nella "accelerazione" del disfacimento delle vecchie relazioni, e lo stesso vale per le controreazioni in cina, in europa, in giappone e nelle altre potenze. sopravvivera l?ordine multilaterale? tra crisi e tensioni che un giorno potranno essere la proverbiale "goccia che fa traboccare il vaso", il "vaso di gocce" sotto la presidenza trump si riempira piu o meno velocemente?

vent?anni fa, l?ingresso di pechino nel wto, la svolta dell?euro in europa e le guerre del declino americano erano i "fatti politici" che avviavano una "nuova fase strategica" perche la cina, una potenza emersa dalle aree arretrate, spartite e sviluppate dall?imperialismo, arrivava a sfidare l?ordine postbellico e a chiedere una nuova spartizione del mondo. il passaggio chiedeva un?attenzione specifica per le varianti e le sfumature della politica estera cinese, per il pluralismo delle scuole di pensiero, per gli adeguamenti e le variazioni nel tempo dei loro orientamenti. in assenza di un lavoro sistematico serio tra le fonti occidentali, abbiamo recensito alcune delle filiere principali dalla vasta pubblicistica in cinese. per la prima volta un rivolgimento mondiale di enormi proporzioni scaturisce dalla "collisione imperialista" della potenza cinese. solo il marxismo poteva prevedere con larghissimo anticipo una tale dialettica della "collisione storica" e mantenere l?attenzione, per due secoli, sul "curioso spettacolo [...] della cina che esporta disordine nel mondo occidentale". sara una collisione mai vista prima nell?ordine delle classi dominanti.