
quando nel 1889 fu inaugurata a parigi la tour eiffel, tra i nomi di tutti coloro che, con i loro studi sull`elasticita`, avevano consentito la realizzazione dell`opera e che erano stati riportati sull`ardita costruzione, mancava quello di sophie germain. la cosa non stupisce, perche` si trattava di una donna, sia pur vincitrice di un premio di 3000 franchi, bandito da napoleone, per studi appunto sull`elasticita`. premio che, a causa dell`eccessiva timidezza, la giovane sophie, che all`epoca aveva trent`anni, non ando` a ritirare. eppure le lettere che le sono state scritte da alcuni tra i piu` illustri matematici e fisici del suo tempo, tra cui gauss, lagrange e fourier, testimoniano quanto l`intensa attivita` scientifica di questa singolare studiosa fosse tenuta in considerazione.



una villa sul mare, completamente isolata, in un angolo di liguria ancora selvaggio. unico accesso, una galleria ferroviaria abbandonata. leonardo ha dieci anni e vive solo con il padre. soffre di una leggera forma di dislessia, e`timido, insicuro, avviluppato nelle proprie fantasie, tra eroi, pirati e isole inesistenti. una sera, uscito dalla vasca, trova il padre legato, in balia di uno sconosciuto - un cattivo, un orco - che lo minaccia con un coltello. leonardo deve affrontarlo da solo. il bambino e l`adulto si osservano, si studiano e tra i due sembra nascere una strana complicita`. ma chi e` e che cosa vuole quell`uomo, che conosce il suo nome e suona il piano meravigliosamente? in una partita tesissima, sempre sul filo della violenza fisica e psicologica, il piccolo, sperduto leonardo, tira fuori tutto il coraggio e l`astuzia che non sapeva di avere. nell`arco di una sola notte si scontrera` con le sue paure piu` segrete e le sue ossessioni piu` angosciose, e quando il nuovo giorno sorgera` sulla villa la sua vita non sara` piu` la stessa.

l`opera, in due volumi, raccoglie scritti e interventi stesi da un critico militante lungo un ventennio. se l`impegno diretto e a caldo ha imposto un`ottica di partecipazione ravvicinata, non ha tuttavia impedito di cogliere e di seguire via via alcune grandi linee nel loro svolgimento. emerge cosi`, come ipotesi primaria, il carattere esistenziale-fenomenico della ricerca nella seconda meta` del novecento, come risulta da movimenti quali l`informale storico e, successivamente, il cosiddetto informale "freddo" (arte povera, land art, comportamento ecc.). un carattere che dapprima viene indagato con gli strumenti culturali tipici degli anni `50, tra cui in primo luogo la fenomenologia husserliana filtrata da merleau-ponty, mentre poi puo` essere posto in congiunzione con le teorie di mcluhan, che decretano la fine della galassia gutenberg e l`avvento dell`era elettronica. contro queste successive ondate di forme "aperte", secondo la formula di wolfflin, non mancano di disegnarsi le fasi di segno opposto volte a riaffermare le esigenze del "chiuso", dell`ordine e dei valori iconici (la pop e la op art, o in genere l`attenzione all`oggetto). quindi, questo aspetto di ritorno al "formato" e al definito si allarga in un`ipotesi generale di rivisitazione sistematica dei dati accumulati in tutte le eta` precedenti. questo secondo volume esamina i vari aspetti dell`informale "freddo" subentrati nei tardi anni `60 (minimalismo, arte povera, comportamento, "performances").






