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il saggio di baudelaire su wagner e` una meditazione sulla musica, sui riverberi e le corrispondenze che trascorrono tra il linguaggio musicale e gli altri linguaggi dell`arte. e allo stesso tempo una appassionata difesa del nuovo, dell`invenzione e dell`azzardo che definiscono e rendono vivo il lavoro dell`artista, qualunque sia il suo linguaggio specifico. l`occasione e` data da due eventi parigini: i concerti wagneriani al the`a`tre des italiens, diretti dallo stesso compositore (1860) e la "prima" del tannha`user all`ope`ra nel marzo del 1861, il cui terzo atto e` sommerso dal tumulto della contestazione. presenti alla "prima", con baudelaire e gautier, molti poeti e artisti difensori di wagner, ma anche musicisti come gounod, offenbach, berlioz.

1964, osservatorio astronomico di monte palomar. si scopre che un`immensa nuvola di gas interstellari si sta pericolosamente avvicinando al sistema solare. un organismo vivente, antichissimo, con una massa analoga a giove, sta velocemente puntando sulla terra. il rischio e` quello di un`autentica catastrofe per gli umani. si cerca di correre ai ripari prima che sia troppo tardi. ma la comunita` degli scienziati, oltre alla minaccia della nuvola nera, deve affrontare anche la reazione dei politici, il cui proposito sarebbe di celare all`opinione pubblica la terribile scoperta per non creare allarmismo. la nuvola pero`, nella sua distruttivita`, nasconde forse delle sorprese positive.

"ecco il tempo degli assassini" e` il rintocco che chiude mattinata d`ebbrezza nelle "illuminazioni" di rimbaud. ed e` la frase che intitola, con una polivalenza di significati, della quale rimbaud e` solo in parte responsabile, questo saggio scritto da miller per il centenario della nascita del poeta. la normale richiesta del lettore di cose critiche, quella di imparare a leggere meglio un artista, vi e` notevolmente soddisfatta: in queste pagine si vede, raffigurato con spavalda icastica, a volte anche settaria, chi sia stato rimbaud, per quale vocazione e destino per quale intreccio di circostanze personali e concause legate al suo tempo egli abbia dovuto scrivere cio` che ha scritto." (giacomo debenedetti)

sara e` un`antropologa e la passione scientifica l`ha spesso tenuta lontano dalla famiglia. franco, che pure l`ha molto amata, ha infine scelto una donna piu` stabile, piu` confortevole. i figli hanno conquistato a poco a poco una sufficiente autonomia: matilde e` docile, apprensiva, presentissima al mondo, vorrebbe prendersi cura di tutti e specialmente di sara; alex fa l`antropologo come la madre, ma in canada, con lei oscilla tra aggressivita` e indifferenza. un giorno pero` sara se ne va, sparisce. lascia una lettera, nient`altro. franco, in attesa della spiegazione che gli e` stata annunciata, ripercorre le tappe di un matrimonio che non e` mai finito. alex e matilde, lontani, si parlano e riannodano i legami dell`infanzia, ricordano il dolore della separazione. sara intanto vive in un tempo diverso dal loro. sembra guardarli dall`alto di un passato che e` il suo, ma e` anche il passato di tutti. lontana eppure vicina come mai prima, la sua fuga si colma progressivamente di senso e di umana magia. cristina comencini scrive la storia di una donna che vuole guardare nel mistero dell`esistere, nei segni che i destini generali lasciano nel cerchio delle famiglie, dentro le rovine che anticipano in realta` una storia nuova.

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