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pensate alle antiche domus romane, alle strade maleodoranti e ai vicoli labirintici di una citta` dove le uniche fonti di illuminazione sono i funalia, torce di resina che gettano una luce stenta su uomini e cose. pensate all`ombra, alla penombra, all`oscurita` che cala ogni giorno sull`impero piu` grande e potente della terra. pensate all`ansia, alla tensione, al sottile senso di inquietudine che la notte porta sempre con se`... e adesso pensate a un assassino (o forse piu` di uno) che nell`oscurita` trova il suo elemento naturale, muovendosi nel buio come un pesce nell`acqua. e ancora, pensate a quella sottile linea d`ombra che talvolta, ma solo talvolta, separa la razionalita` dalla follia omicida. e infine pensate alla paura, al mistero, al delitto; alla presenza del male e alla necessita` che qualcuno - magari un detective in toga e laticlavio di nome publio aurelio stazio - vi si opponga con tutte le sue forze, in nome della verita` e della giustizia, e senza rinunciare a un pizzico di sana ironia epicurea...

nel 1788 lorenzo da ponte, all`apice della popolarita` come poeta della corte di vienna, diede alle stampe una raccolta in due volumi delle sue poesie, intitolata "saggi poetici". sperava, cosi`, di poter eguagliare e forse superare il successo dei suoi libretti piu` famosi, forte del fatto che molte composizioni avevano ottenuto lusinghieri apprezzamenti. l`opera non ebbe invece fortuna, e nel 1801 da ponte provo` a ristampare a londra, con l`aggiunta della canzone "per la morte di giuseppe ii", il primo dei due volumi.

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