
piogge di fuoco divorante, mari tempestosi, ghiacci e rocce di un mondo vuoto di uomini, luci radianti, deserti combusti: con somma potenza di immagini, con il ritmo che il verso libero imprime a un linguaggio avvolgente, e in un costante intreccio di saperi (arte, scienze naturali, letteratura), sebald ci offre nel poemetto "secondo natura" - opera prima - un trittico che gia` contiene in nuce i caratteri della sua futura narrativa. i passeggiatori e gli emigrati dei romanzi e dei racconti sono gia` tutti qui prefigurati: la tragica vita del pittore grunewald e di un suo misterioso doppio nella terrificante descrizione di opere come la pala d`altare di isenheim; il viaggio dell`esploratore e medico settecentesco g. w. steller alla scoperta, con vitus bering, dello stretto marino fra i ghiacci della siberia e dell`alaska; un`autobiografia, dalla nascita sotto le bombe, in un mattino di primavera, alle peripezie della famiglia e ai vagabondaggi europei, cosi` simili a quelli di jacques austerlitz. "secondo natura" e` il primo dei tanti viaggi che sebald ha intrapreso nei territori di una natura colta con sguardo snebbiato, nelle sue incessanti metamorfosi.

jacques austerlitz e` un professore di storia dell`architettura, studioso di quei luoghi che, soprattutto nell`ottocento, tendevano ad assumere forme involontariamente visionarie. alto, dinoccolato, molto somigliante a wittgenstein cui lo accumuna un vecchio zaino che costantemente porta in spalla, austerlitz vive a londra in un appartamento spoglio, privo di affetti e povero di amicizie. dietro la sua dottrina si spalanca il vuoto. austerlitz semplicemente non sa chi e` e a un certo punto si mette alla "ricerca delle proprie tracce". il passato riemerge lentamente ed e` lacerante: tutta la sapienza dell`autore sembra concentrarsi in questo itinerario di ricerca assolutamente angosciante.

il volume contiene sette racconti dell`autrice. una ragazza guarda le finestre illuminate di una villa: guarda "dove e` passato il suo destino". accanto a una strada di benestanti, che finisce sulle rive del lago lemano, si vede una casa dall`intonaco rosa pallido. chi passa non sa che e` abitata soltanto da esseri che la legge ha privato dei diritti civili. la casa e` gratuita, la vita e` gratuita. in un`altra casa, linda e ossessiva, una "vecchia vanesia" spinge soavemente al suicidio il suo anziano, premuroso consorte. due gemelli, cresciuti in un orfanotrofio, tornano alla "casa dell`origine", quella della loro madre, che non hanno mai conosciuto, in un paese prealpino. un sottile terrore, un gelo intimo si annidano in questi luoghi, in queste strade.

nel 1966, in procinto di lasciare la svizzera per manchester, sebald mette in valigia i libri di tre scrittori destinati a segnare per sempre la rotta dei suoi incessanti viaggi letterari. per questo, piu` di trent`anni dopo, sente di dover rendere a gottfried keller, johann peter hebel e robert walser un personale tributo, assecondando ancora una volta "quello strano disturbo del comportamento che costringe a trasformare tutti i sentimenti in parole scritte e che, pur mirando alla vita, riesce sempre con sorprendente precisione a mancare il centro". in realta`, nel seguire in queste "note marginali d`una certa ampiezza" le tracce dei suoi autori prediletti - cui negli anni si sono aggiunti rousseau e morike -, sebald indaga le derive compulsive della scrittura, che finiscono per rendere chi ne e` colpito il piu` inguaribile tra i "malati di pensiero". ne riconosciamo gli effetti sul filosofo francese il quale, pur ravvisando "nell`uomo pensante un animale degenerato", arriva a prendere appunti persino sulle carte da gioco; su walser, che conduce una silenziosa battaglia contro la folle grandiosita` del suo tempo e compone in una grafia sempre piu` minuta, ai limiti del visibile, i leggendari "microgrammi"; e cosi` su keller, hebel, mo`rike, la cui arte assomiglia al tentativo di esorcizzare, quasi fosse una maledizione, "il nero garbuglio che minaccia di prendere il sopravvento".

sebald si e` spesso presentato ai lettori nei panni del viandante saturnino, sulle tracce degli autori prediletti oppure intento a ricostruire le traiettorie di esistenze errabonde e sradicate, attraverso paesaggi sempre vividamente descritti, si tratti del suffolk o di una citta` italiana. in realta` e` stato soprattutto un viaggiatore nel tempo, perche` : e se la storia obbedisce a leggi imperscrutabili, resta quanto meno la possibilita` di cogliere, vagabondando in liberta` attraverso il passato, barbagli di una verita` che ci sarebbe altrimenti negata. accade quando sebald, in corsica, scopre il tenace rapporto - perturbante per noi che tendiamo a sbarazzarci della memoria come di una zavorra - che li` da sempre si intrattiene con i morti, e in particolare la sorprendente figura dell`acciatore, vero ponte fra la vita e l`aldila`. o quando la cronaca - fissata nei diari - del viaggio da praga a parigi compiuto da kafka nel 1911 insieme a max brod gli si rivela misteriosamente un riverbero dei suoi stessi ricordi, al punto che le varie tappe gli sono . o, ancora, quando grazie a nabokov, incarnazione del senso piu` vertiginoso dell`esilio, comprende che . laddove, come in queste pagine, l`impresa abbia successo, si attinge infatti .