
fra il 1923 e il 1929 borges pubblica tre volumi di poesia su cui in seguito interverra` radicalmente, e tre di prosa che saranno ripudiati. tutti gli altri scritti - dispersi per lo piu` in periodici e riviste - cui era affidata l`insolente riflessione di quegli anni verranno dimenticati. e si capisce: ansioso di giustificare una tumultuosa militanza ultraista, ma soprattutto di "disanchilosare l`arte" e di difendere la sua poesia, borges dichiara la supremazia dell`"estetica attiva dei prismi", capace di forgiare una visione personale, sull`"estetica passiva degli specchi", che trasforma l`arte in copia; addita nel ritmo, elemento acustico, e nella metafora, elemento luminoso, gli strumenti imprescindibili di tale rivoluzione; regola impavido i conti con i morti e i loro esercizi di retorica; stigmatizza risolutamente il "nulla immobile" della letteratura coeva, preoccupata solo di cambiare di posto alle "cianfrusaglie ornamentali" che pretendono di discendere da gongora e di "infilzare in quantita` infinite i consunti aggettivi"; celebra una buenos aires che nelle "ore orfane che vivono come spaventate dagli altri e delle quali nessuno si cura" diventa liberta` di poesia, ed esalta l`ultimo tango, "zolletta di zucchero che da sola addolcisce la citta` offuscata e molle". viene qui proposta una scelta dei piu` significativi scritti dispersi del periodo 1919-1929, tratti dal primo volume dei textos recobrados (buenos aires, 1997).