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james ha 18 anni e vive a new york. finita la scuola, lavoricchia nella galleria d`arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d`altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell`artista giapponese che vuole restare senza nome. per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un`alternativa all`universita` ("ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granche`"), james cerca in rete una casa nel midwest dove coltivare in pace le sue attivita` preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. finche` un giorno james entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a john, il gestore della galleria che ne e` un utente compulsivo, un appuntamento al buio...

al centro di questo libro si trova un sogno, l`unico che baudelaire abbia raccontato. entrare in quel sogno e` immediato, uscirne difficile, se non attraversando un reticolo di storie, di rapporti e di risonanze che coinvolgono non solo baudelaire ma cio` che lo circonda. dove spiccano due pittori di cui baudelaire scrisse con stupefacente acutezza: ingres e delacroix; e due altri che solo attraverso baudelaire possono svelarsi: degas e manet. secondo sainte-beuve, perfido e illuminato, baudelaire si era costruito un "chiosco bizzarro, assai ornato, assai tormentato, civettuolo e misterioso", che chiamo` "la folie baudelaire" (folies era il nome settecentesco di certi padiglioni dedicati all`ozio e al piacere), situandolo sulla "punta estrema del kamcatka romantico". ma in quel luogo desolato, in una terra ritenuta dai piu` inabitabile, non sarebbero mancati i visitatori. anche i piu` opposti, da rimbaud a proust. anzi, sarebbe diventato il crocevia inevitabile per cio` che apparve da allora sotto il nome di letteratura. qui si racconta la storia, discontinua e frastagliata, di come "la folie baudelaire" venne a formarsi e di come altri si avventurassero a esplorare quelle regioni. un storia fatta di storie che tendono a intrecciarsi, e per alcuni decenni ebbero come sfondo le stesse strade di parigi.

argomento scottante quello trattato da annamaria manzoni: la condizione degli animali nel mondo di oggi. l`autrice affronta l`argomento attraverso un`analisi-resoconto delle sevizie cui sono sottoposti gli "ex amici dell`uomo", che viene arricchita da citazioni di grandi esponenti della cultura internazionale, del presente e del passato. un forte pathos "civico" pervade il libro, perche` la ferocia quotidiana che viene esercitata nei luoghi della vivisezione, nei mattatoi, nelle arene, nelle zone di caccia e` sintomo di un mondo che non rispetta l`essere vivente.

il romanzo e` ambientato ad acireale negli anni che corrono dallo scoppio del secondo conflitto mondiale allo sbarco alleato in sicilia e alla caduta del fascismo. citta` natale dello scrittore, in provincia di catania, scenario privilegiato di tragedie riconducibili tuttavia a ogni luogo e a ogni tempo, acireale e` intenta a rifarsi il trucco per celare all`ospite immedicabili ferite. nulla sembra scalfire lo scudo protettivo dei suoi abitanti, per quanto duri e drammatici siano gli accadimenti bellici, dirompenti negli aspetti, sconvolgenti negli esiti: bombardamenti e invasioni, soldati dispersi e nobili in pericolo; e ancora personaggi che appaiono e scompaiono, crollo di miti, ruoli illusori.

salvatore silvestro, il padre. laura, la madre. margherita, la figlia piu` piccola. e caterina, la figlia maggiore. nella mente di caterina ormai dodicenne continua a risuonare l`urlo della zia, quella notte di tre anni fa giu` a nacamarina. l`urlo che annunciava il `focu`, la sciagura. dopo quella notte, per salvarsi, la famiglia silvestre e` dovuta fuggire. in altitalia. dove ha conosciuto l`esilio, e anche una insperata liberta`. adesso qui, al nord, arriva la notizia di un`altra sciagura. la morte di zio `ntoni. salvatore deve separarsi dalla moglie e le figlie - loro cosi uniti - e tornare nel luogo in cui e` nato, per il funerale. il romanzo alterna il tempo dell`oggi, in cui laura e le bambine spiano ansiose il viaggio di salvatore, costretto a fare i conti con le proprie radici, e il tempo del ricordo: la fuga, l`arrivo nel nuovo mondo, lo spaesamento...

michel de palma, grande appassionato d`opera, ha alle spalle venticinque anni di onorata carriera nella polizia e di grandi successi: li prende tutti, lui, che siano trafficanti di droga o serial killer. finche` non vengono uccise, una di seguito all`altra, tre donne, delle quali due massacrate a colpi d`ascia e smembrate secondo un oscuro rituale, come se l`assassino avesse voluto celebrare un sacrificio umano. nessuno crede che fra i tre omicidi ci sia un legame. tranne de palma. "il barone", come lo chiamano, si ritrova cosi` immerso in un mondo ignoto, in cui ad appassionati d`arte preistorica e paleontologi si mescolano cacciatori e sciamani, quando non cannibali. un mondo arcano e spietato, che ha lasciato la propria impronta nelle grotte celate tra le rocce del litorale mediterraneo; lo stesso michel fatichera` a sfuggire al fascino di quei graffiti di bisonti, cavalli, mani, e a non cadere nella trappola mortale dell`"uomo ucciso": la piu` antica rappresentazione di un assassinio nella storia dell`umanita`, graffita sulle pareti di una grotta preistorica.

un romanzo ambientato in una bologna cupa e notturna, un noir che procede con un rapido alternarsi di sequenze, una trappola spietata come la tela di un ragno, una storia intricata, dipanata con la padronanza di un maestro del genere: mentre la citta`, dal finestrino di un tram, prende la forma di un magico mosaico di punti di vista. protagonisti leila, una ragazza che sfrutta il suo fascino per abbordare e rapinare uomini dall`aspetto danaroso, e franz un autista d`autobus annoiato e depresso, con il vizio del gioco e un mare di debiti in agguato.

"questo mio libro non corrisponde a nessun progetto che io abbia formulato e coltivato, a nessuna precedente esperienza scritturale che io abbia fatto. dal momento in cui ho cominciato a scriverlo sono andato avanti senza nessun piano, nessuna sequenza predeterminata, nessun limite di spazio e di tempo... "non sono io che ho fatto il mio libro, ma il mio libro che ha fatto me". poiche` non saprei dir meglio, cito montaigne per spiegare con le sue parole cio` che mi accade da qualche tempo. del resto non avevo mai letto con cosi` intenso interesse e cosi ampia varieta` d`argomenti e di autori come dal momento in cui ho cominciato a riempire queste pagine. man mano che un pensiero ne suscitava uno successivo sorgeva il desiderio di rileggere e leggere un testo e questo ne richiamava un altro e cosi` per molti mesi, tornando indietro, riscrivendo, rifacendo, rimontando... dunque ho letto e riletto come non avevo fatto neppure ai miei diciotto anni, che son l`eta` in cui si scoprono i libri e si ascoltano gli echi che vengono da lontano; ed ho scritto e riscritto per molto tempo." (e. scalfari)

in una cala rocciosa della baia di hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all`alba. entrambi sono giovani e belli. il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. un suicidio d`amore, non ci sono dubbi. la polizia di fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. ma, almeno agli occhi di torigai jutaro, vecchio investigatore dall`aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di tokyo, mihara kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da tokyo, perche` mai lui, sayama ken`ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, e` rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? e perche` poi se n`e` andato precipitosamente lasciando una valigia? ma soprattutto: dov`era intanto lei, l`amante, la seducente otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. per fortuna sia torigai che mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. perche` chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione e` una mente diabolica, capace di capovolgere la realta`. non solo: e` un genio nella gestione del tempo.

(roberto calasso)

di tutti i libri di anna politkovskaja, questo e` il piu` tragico e potente: un documento straordinario dove i suoi articoli apparsi sulla , testi ancora inediti, promemoria personali e testimonianze confluiscono in una sorta di ininterrotto reportage sulla russia che preparo` e segui` l`ascesa al potere di vladimir putin - dall`ottobre 1999 a fine settembre 2006, pochi giorni prima della morte avvenuta il 7 ottobre nell`androne di casa per mano di un killer. per anna politkovskaja l`unico giornalismo possibile era un giornalismo - cosi` lei lo definiva -, teso a proclamare una verita` che si imprime nella memoria anche grazie al vigore dello stile, al senso dello humour, all`alta percettivita` nello scandagliare l`anima di vincitori e vinti.

. (paolo giordano)

la vita che emmanuel carre`re racconta, questa volta, e` proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. c`e` stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto ; allora ha deciso di buttare giu` un libretto sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l`aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come . questo non e` dunque il libretto sullo yoga che carre`re intendeva offrirci: e` molto di piu`. vi si parla, certo, di che cos`e` lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione vipassana che non era consentito abbandonare, e che lui abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell`attentato a ; ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al sainte-anne, l`ospedale psichiatrico di parigi; del sorriso di martha argerich mentre suona la polacca eroica di chopin e di un soggiorno a leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall`afghanistan; di un`americana la cui sorella schizofrenica e` scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito - per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all`amore. ancora una volta emmanuel carre`re riesce ad ammaliarci, con la della sua prosa () e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che e` soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.

in sette testi relativamente indipendenti ma collegati come altrettante tappe di un unico saggio, kundera ci parla di quella creatura singolare, imprevedibile, grandiosa e delicata che e` il romanzo europeo (). il suo discorso scavalca con sicurezza ogni pretesa di rigido inquadramento teorico e si dedica invece a un`analisi amorosa di cio` che il romanzo, creatura polimorfa, diventa nelle mani di scrittori cosi` diversi come kafka e cervantes, broch e tolstoj, gombrowicz e flaubert, diderot e musil, rabelais e sterne - e infine kundera: perche` qui si troveranno i due testi dove ha detto l`essenziale per chi vuole accedere al segreto dei suoi stessi romanzi.

"un contagio visionario" percorre il greenwich village dei primissimi anni sessanta la terra di nessuno fra la beat generation e i figli dei fiori. e proprio nel cuore del village, mentre "un bizzarro delirio aleggia nell`aria", una coppia di studenti, imprigionati in una livida ossessione d`amore, sprofonda giorno dopo giorno in un allucinato inferno coniugale. sotto le loro finestre macdougal street e` "un carnevale demente", scandito da elvis presley e allen ginsberg; e intanto la loro folie a` deux, "impigliata nel suono delle proprie urla", precipita fatalmente verso un esito devastante. ispirato alla storia vera del suicidio della prima moglie di leonard michaels, "sylvia" e` uno di quei romanzi che, terrifici nella loro profonda verita`, si insinuano quasi inavvertitamente nella mente del lettore e vi rimangono per sempre.

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