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Il volume passa in rassegna alcune celebri citta` d`acqua con i loro ponti: dai ponti medievali in Francia al cantiere di Michelangelo del ponte Santa Maria (oggi ponte rotto) a Roma; dal ponte di Castel Sant`Angelo al London Bridge; dall`esempio di Verona tra medioevo e rinascimento ai ponti di Costantinopoli; dal ponte Carlo di Praga al ponte di Notre-dame a Parigi. Non sono tralasciate le riflessioni teoriche, dalle indagini di Leonardo sui moti delle acque alla trattatistica rapportata alle pratiche edilizie in eta` rinascimentale e barocca.

scopo di questo libro non e` quello di offrire una serie cronologicamente ordinata di medaglioni degli autori. il materiale e` ripensato come una galleria di problemi, da cui emergono i nodi fondamentali sui quali bisogna riflettere per approfondire lo studio, nell`ambito della letteratura latina, dei generi della poesia. invece che a epoche storiche parziali e delimitate, i singoli capitoli sono quindi dedicati alla poesia epica e didascalica, alla bucolica, alla lirica e all`elegia, alla satira e all`epigramma, ai testi teatrali, considerati ciascuno nell`intero arco della letteratura latina antica come insieme sistematico e come unita` problematica.

da manhattan alla city, nel vortice delle societa` di consulenza aziendale, della finanza di rapina, degli affari facili e quasi sempre sporchi, l`americanissimo scott marshall perde il controllo della propria vita, ingannato da un mondo in cui ha appreso a praticare con entusiasmo il gioco dell`inganno. anche il padre ha perso il controllo della propria vita, seppure nel lento fluire del tempo e della noia familiare dalla quale e` fuggito. seguendo le speculazioni di un presidente di una modesta squadra di calcio, marshall comprende che e` ora di tornare in america e che ad aiutarlo c`e` solo il padre venuto da li` per chiedergli aiuto: due vite alla deriva che si ricongiungono per necessita`, ma anche per un affetto antico e mai dimostrato.

come nasce la poesia? di quale misterioso lavoro e` l`esito? e qual e` il suo compito? chiunque si sia posto, almeno una volta, domande del genere potra` finalmente trovare in queste interviste - che coprono l`intero arco della vita di brodskij in esilio, dall`inizio degli anni settanta fino a poche settimane prima della morte improvvisa, avvenuta a new york nel 1996 - risposte di un`audace limpidezza. scoprira` cosi` che la poesia e` "uno straordinario acceleratore mentale", "lo scopo antropologico, o genetico" della nostra specie, e che non vi e` strumento migliore per "mostrare alla gente la visione reale della scala delle cose". scoprira`, poi, che quelli che ha sempre ritenuto imperscrutabili artifici tecnici - gli schemi metrici ad esempio sono in realta` "formule magiche", "magneti spirituali", capaci di incidere profondamente sulla poesia, al punto che un contenuto moderno espresso secondo una forma fissa (un sonetto, per intenderci) puo` sconvolgere quanto "una macchina che sfreccia contromano in autostrada". per di piu` brodskij sa illuminare anche il lavoro dei poeti che amava - auden, frost, kavafis, mandel`stam, achmatova, cvetaeva, milosz, herbert, per limitarci ai contemporanei - con una lucidita` mai disgiunta da una vibrante partecipazione: "non mi capita spesso di leggere qualcosa che mi dia una gioia cosi` intensa come quella che mi da` auden. e vera gioia, e con gioia non intendo un semplice piacere, perche` la gioia e` qualcosa di molto oscuro".

quando i nostri sogni scompaiono, abbiamo due possibilita`: possiamo lasciarli andare e cercare di dimenticarli, oppure possiamo andare a cercarli, fosse anche per mari e per monti, per ritrovare, con loro, anche noi stessi. una storia delicata e soffusa come il sogno che racconta.

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